Omelia (11-07-2010) |
don Luciano Sanvito |
La prova della nostra eternità La "vita eterna" è un esercizio continuo del quale siamo chiamati a prendere coscienza. Un esercizio pratico reso possibile dalla vita quotidiana, nel percorso della quale siamo chiamati ad interagire con il nostro prossimo: non possiamo fare a meno di instaurare un rapporto con lui, anche solo da lontano e moralmente. Questa situazione ci esercita a entrare nella vita eterna, o meglio, a prendere coscienza che la nostra vita è eterna in un esercizio continuo. La nostra tentazione è quella di evitare l'incontro/confronto con il prossimo, instaurando a priori e lontano dal concreto la nostra religione "personalizzata". Ma il brano evangelico ci richiama al dunque, ci estrapola e ci fa uscire dal chiuso dell'io superbo, arrogante, ottuso e credente solo nel sè e in tutto quello (compreso Dio) che tenta di ridurre al sè, sbattendoci di fronte alla realtà e provocandoci per essere noi stessi. Questo esercizio diventa allora la prova dell'essere noi stessi, in verità, acquisendo così anche la "vita eterna": quello che era stato richiesto a Gesù. In appunto, dobbiamo evidenziare che è sempre e solo partendo dal "prossimo" confrontato a noi che veniamo salvati. Anche Dio non ci lascia nella sua intimità, se questa non è avvalorata e avvalorante da parte nostra con l'atteggiamento del samaritano, che ci ricorda che chi sembra tanto lontano da noi è infine colui che ci salverà. |