Omelia (04-07-2010)
padre Paul Devreux


Nelle domeniche passate abbiamo visto che il Signore c'invita a seguirlo e che questa è l'unica proposta concreta che ci fa per aiutarci e per imparare a conoscerlo. Oggi, alla dimensione del seguirlo, aggiunge quella della missione: egli manda 72 discepoli.

72 erano le nazioni conosciute allora su tutta la terra, quindi è come dire che l'annuncio va portato da tutti e a tutte le nazioni.

E' importante provare a parlare di ciò che credo anzi tutto per me stesso. E' il modo migliore che ho per chiarirmi le idee, perché io so veramente solo ciò che so spiegare. Devo solo raccontare il mio vissuto. Questo è molto importante, ma è molto importante anche capire che Gesù non mi chiede di dimostrare né la sua esistenza né il suo amore per la persona con cui parlo. Dio non ha bisogno di essere difeso da me. Sa lui come rendersi credibile. Mi chiede solo di testimoniare, cioè di raccontare la mia esperienza di Lui, perché questo potrebbe accendere in qualcuno una scintilla di speranza o di curiosità. A volte questo permette all'altro di scoprirlo presente anche nella sua vita.


Facciamo un esempio per capire meglio. Io non posso dire ad un mio amico: "Guarda che la tale ti vuole bene", e dimostrarglielo. Posso solo dirglielo. Spetterà poi a lui manifestare un interesse per lei, per vedere se è vero. Cosi è dell'amore di Dio: non sta a me dimostrarlo. Io devo solo raccontare. Se non ho chiaro questo la conseguenza è che non parlo. La fatica dell'annuncio spesso è tutta qui: io non annuncio perché non posso dimostrare ciò che dico, e questo ferisce il mio amor proprio. Preferirei poter dimostrarlo per essere sicuro di non fare brutta figura.

Dio non ha bisogno di me come avvocato difensore, ma mi chiama a seguirlo e a parlare di Lui. Ho qualche cosa da testimoniare? Ho visto qualche cosa? C'è qualche cosa nel Vangelo che mi aiuta e che ho sperimentato vero per me? Ho incontrato il Signore? Se sì, è bello raccontarlo.

Gesù c'invita a portare la Pace; una pace che viene dall'incontro con Lui. Non mi chiede nulla che sia al disopra delle mie forze, ma solo di rinunciare a parlare di me stesso per parlare di Lui.

Io posso dire che mi ha cambiato la vita e continua ad aiutarmi molto. Posso fare mie le parole di Paolo che dice essere diventato una nuova creatura grazie all'incontro con Lui.