Omelia (27-06-2010)
Il pane della domenica
Con decisione rocciosa

Ges� si diresse decisamente verso Gerusalemme

� l'esperienza quotidiana di ognuno di noi per sottrarsi in qualche modo alla vertigine del tempo, vuoi nel suo riuscire ad incapsularci in un'attualit� insopportabile, vuoi nel suo risucchiarci fascinatorio in un futuro che inevitabilmente si riveler� poi di formato ridotto nel suo realizzarsi ed in ogni caso deludente, o magari, vuoi ancora, di un tempo lungo un istante che come Faust di Goethe si vorrebbe inchiodare per l'eternit�, ma che sguscia tanto pi� velocemente dalle mani con quanta pi� forza lo si stringe. Ecco spiegate allora le frenetiche accelerazioni e di converso rimandi e lentezze, ed ancor pi� le angoscianti panne in attesa di un filo di vento...

1. Per il Signore Ges� invece, il tempo non scorre, ma si compie, come ama dire Luca, raggiungendo la sua pienezza nella volont� eterna del Padre che vuole l'offerta della sua vita nella citt� dei sacrifici: Gerusalemme. � questo il cibo che lo nutre e senza il quale non pu� vivere ed � questo il motivo per cui allora sale decisamente a Gerusalemme contro tutto e contro tutti (� il senso della faccia indurita, come letteralmente bisognerebbe tradurre). Ovvero: "con decisione rocciosa" (C. Marucci).
Tutto: � il peso delle circostanze avverse nel loro complesso, che ne allontanerebbero chiunque, e di cui il Signore � profondamente compreso. Molteplici volte infatti, profeticamente, per preparare i suoi, ne ha parlato descrivendo la somma di obbrobri e sofferenze che vi avrebbe trovato. Tutti: sono i discepoli che, secondo Marco (10,32) lo seguono, ma riluttanti, ad essi infatti stava diventando sempre pi� palese l'eventualit� di un esito tragico della vicenda del Maestro, dopo l'inizio trionfale della predicazione galilaica; i giudei poi nel complesso delle loro fazioni che, nonostante le opposizioni reciproche, in questo troveranno accordo, nel volere la sua morte; i romani per i quali i giudei in generale e Ges� era uno di essi, risultavano nella loro religiosit� causa di problemi di ogni sorta, e qui addirittura i samaritani che lo accoglierebbero anche volentieri, se per� non fosse diretto verso la capitale degli odiati giudei.
Insomma nessuno vuole quello che il Maestro vuole, ma lo vuole il Padre celeste e questo fa la differenza.
Perci� Ges�, "decisamente", con la faccia indurita, rivolta verso Gerusalemme, sotto lo sguardo compiaciuto del Padre al cui cospetto vive nell'eternit�, muove verso di essa e, particolare significativo, ci va attraverso una strada inusitata per un giudeo, ma notevolmente pi� corta, quella che passa per la Samaria.

2. Nel cammino l'evangelista Luca pone tre incontri con tre personaggi che nel loro anonimato definiscono universalmente le condizioni della sequela. La rinuncia ad ogni tipo di sicurezza e la vita randagia il primo, che nel suo entusiasmo rivela forse una scarsa consapevolezza di quello che comporta seguire il Maestro; il secondo invece, l'esigenza di una volont� pi� radicale nel distacco da quelli che hanno scelto come destino di rimanere nella morte, fossero anche i propri parenti, perch� l'annuncio dell'unica speranza immortale non ammette ritardi; una volont� pi� decisa e risoluta il terzo, che vorrebbe s� seguirlo con un'elegante dichiarazione d'intenti, ma deviando o ritardando, sia pure per motivi plausibili, come il commiato da quelli di casa.
Quanta difficolt� dunque c'� ad essere discepoli!
Prima di tutto � necessario accogliere il Signore, rinunciando a tutto quello che pregiudizialmente ce lo impedisce. � il problema dei samaritani, i quali sono anche curiosi di conoscere Ges�, la fama dei prodigi del quale era certamente arrivata fino a loro, ed anche le sue difficolt� nei rapporti con le autorit� giudaiche, punto questo a favore, dato l'odio primordiale che nutrivano per i giudei, ma quando poi vengono a sapere della direzione verso Gerusalemme, allora tutto cambia. Questo particolare � rivelatore della superficialit� del loro interesse nei suoi confronti; c'� un bene, per loro pi� grande, che gli preferiscono, l'orgoglio nazionale, e questa la conosciamo, � la storia di sempre: l'altro ha valore, ma solo nella misura e nella finalit� che io decido di riconoscergli.
C'� poi l'esigenza della docilit�, che � l'attitudine non solo a imparare, ma nel caso del discepolato cristiano, di imparare a fare, ed a fare tutto ci� di cui c'� bisogno per raggiungere il fine percorrendo tutta intera la via che si apre davanti a noi, appunto senza ripensamenti, con decisione rocciosa. Si tratta insomma di accogliere non una verit� semplicemente, ma colui che, definendosi la Verit� e l'unica Verit�, quella che d� consistenza a tutte le altre, entrando nel tempo della storia e desiderando incrociare tutte le storie si � fatto anche Via.
Cristo � il Profeta escatologico che non solo apre ai nostri passi una via nel mare della vita, ma che si pone davanti a noi per attirarci, trascinarci se ce ne fosse bisogno, ed accanto a noi per sostenerci, dal momento che siamo fragili, deboli, e per lo pi� irresoluti nel nostro volere. La difficolt� del discepolato cristiano, dunque, � la sequela. Sequela significa concretamente lasciare tutto per seguire Lui la Verit� non fatta libro, teoria, scuola, anche se ci saranno libri, teorie e scuole, ma fatta Carne, che una volta accolta ha come scopo di fare la verit� in noi, la verit� dei motivi che, pi� o meno consci, di fatto vanno a sovrapporsi a quelli autentici del Regno, nel cammino di un nuovo esodo il cui obiettivo � la purificazione dell'amore prima di e per entrare nella terra promessa.

3. "Signore, dove abiti?", avevano chiesto all'Agnello che passava, poco convinti, Giovanni ed Andrea, tanto forte era il legame col loro maestro Giovanni Battista. Ma tant'�, incuriositi dal personaggio che riscuoteva tanta venerazione presso il loro maestro, avevano accolto l'invito e l'avevano seguito per la via concreta che s'era aperta davanti ai loro passi. Quel giorno, all'ora decima, fecero esperienza della Vita diventando suoi ospiti; La Vita divent� la loro vita nel tempo. Ora il cammino continua verso Gerusalemme, motivato da una logica incomprensibile e da uno spirito di pace che non ha riscontri nella storia d'Israele, ora debbono continuare a seguire il Maestro, fidandosi di Lui e affidandosi a lui.
Seguiamo anche noi il Signore; noi che ne abbiamo conosciuto il mistero di gloria, noi che lo abbiamo accolto, dal momento che siamo qui attorno a questo altare nella sosta che ci rinfranca nel cammino verso la patria. � questo il senso dell'incontro nella liturgia eucaristica, cui partecipiamo nel giorno ottavo, il primo dopo il settimo, giorno eterno su cui non tramonter� mai il sole, perch� � Lui il Sole di giustizia. Qui lo incontriamo il Signore, e dopo aver accolto nella sua parola l'invito, godiamo della sua amicizia! Tra poco per "fare la Comunione" con Lui, ci incammineremo simbolicamente, con un gesto che ci verr� chiesto di confermare di certo nei giorni che verranno, nel passo segreto dell'anima verso il venerd� santo delle prove che ci aspettano. Da Lui ristorati e rifocillati, riprenderemo il cammino, lo sguardo pi� profondo ed il passo pi� spedito.