Omelia (18-04-2010)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare».

Come vivere questa Parola?
È una scena viva dove spira aria di primavera e di famiglia. Il mistero è presente, ma non incute spavento. Anzi, è consolante. Il mistero è Gesù stesso che Giovanni aveva appena riconosciuto in quella insolita presenza in riva al mare. "È il Signore!" aveva esclamato Giovanni con stupore colmo di devozione e di gioia. Gli altri discepoli erano venuti con la barca, trascinando la rete che si era riempita di pesci quando l'avevano calata dal lato destro, secondo l'indicazione precisa che Gesù aveva loro dato.
È a questo punto che quegli uomini vedono qualcosa di strano in quel momento e a quell'ora: un focherello di brace con del pesce sopra e del pane. Ma la sorpresa tocca il diapason quando Gesù lancia loro l'invito: "Portate un po' del pesce che avete preso ora." A Pietro non par vero di poter subito trascinare la rete stracolma di pesci. Incredibile ma vero: la rete, nonostante il peso esorbitante, non si spezza. E come deve essere risonante e caldo di affetto l'invito del Signore: "Venite e mangiate".
Sì, avranno mangiato sial il pesce da Lui stesso preparato sia quello freschissimo pescato da loro. Il significato è profondo e consolante.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, con l'immaginazione vado presso il lago di Tiberiade. Con gli occhi del cuore vedo Gesù che attizza il focherello e il pesce ormai arrostito. E, mentre contemplo pure il gesto dei discepoli che portano un po' del loro pesce a cuocere, penso a questa verità splendida: quel che Gesù fa è ciò che importa nella mia vita. Ma Egli stesso vuole che conti anche quel che io opero, secondo i doni di grazia che mi ha dato. Mi vuole collaboratore di quel che Lui opera.

Signore Gesù, rendi sereno e coraggioso il cuore e operosa la vita perché, con la Tua Grazia, io compirò il bene.

Le parole di un vescovo di oggi
È sorprendente: il dono pasquale del Risorto è inseparabile dalla risposta personale dei discepoli. È questo il paradigma del cammino della Chiesa di ieri, di oggi e di sempre. È questo il senso di ogni Eucaristia: riconoscere Gesù "il Signore" - accogliere sulla mensa il Cristo Crocifisso-Risorto e unire il frutto raccolto da noi discepoli là dove Egli ci ha ordinato di "gettare la rete".
Claudio Baggini