Omelia (30-09-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Ne 2,8 Dalla Parola del giorno "Il re mi diede le lettere perché la mano benefica del mio Dio era su di me". Come vivere questa Parola? Secoli prima di Cristo il popolo d’Israele era prigioniero in Babilonia. Durante il regno del re Artaserse, Neemia (colui che narra l’accaduto) era coppiere del sovrano. Un giorno gli si presentò l’occasione opportuna per manifestare al re la sua angoscia al pensiero che Gerusalemme, la città dei suoi padri, era in rovina. Il re stesso gli chiese qual era, a questo punto, il desiderio del suo cuore. Il desiderio di Neemia era uno solo: quello di fare un cammino (un lungo cammino!) fino a Gerusalemme con l’intento di ricostruirla. Il sovrano non solo acconsentì ma concesse anche preziose lettere di raccomandazione perché, durante il viaggio, Neemia non trovasse ostacoli ma aiuti, perfino quello di ottenere il materiale adatto alla costruzione delle porte della città e del tempio. Ciò che a noi oggi importa è la persuasione di profonda fede che abita nel cuore di Neemia. Quell’affermare: le lettere le ho avute perché "la mano benefica di Dio era su di me" è consolantissima luce e orientamento per noi, oggi. Le difficoltà, per chi vuole continuare a edificare bene la casa della propria vita e di quelli che sono con lui, sono molte. Perché nasconderlo!? Però a ogni volontà sincera di operare il bene corrisponde una grazia, un aiuto da parte del Signore, della sua "benefica mano" per stare nell’espressione biblica odierna. Mi soffermerò a contemplare questa certezza di aiuto a cui ricorrere per le mie imprese di bene. ‘Contemplerò’ in pausa di quiete orante e fiduciosa. Dammi, Signore, di contare sulla tua mano benefica e potente, e poi dammi l’ardire di scegliere il bene e volerlo compiere a qualsiasi costo. La voce di uno scrittore di opere spirituali Affidiamo le cose impossibili nelle mani di DIO PADRE, e abbandoniamoci, come fanno i bambini. Ignazio Larrañaga |