Omelia (30-12-2001)
padre Paul Devreux
Santa Famiglia

Mt.2,13-23.
Nel Vangelo di oggi vediamo la disponibilità di Giuseppe ad ascoltare i consigli dell'angelo. Apparentemente è una storia del tutto tranquilla, ma io, al posto suo, mi comporterei allo stesso modo? Dio educa Giuseppe e Maria alla fede e alla fiducia, come fece con Abramo e Mosè, in funzione dell'educazione alla fede di Gesù. Come reagisco io quando scopro che c'è un pericolo che mi costringe a dover cambiare tutti i miei progetti di vita, come è successo a Giuseppe, per via di Erode? Lo credo che il Signore ha un futuro alternativo per me? Giuseppe in Egitto c'è stato per diversi anni, quindi si sarà costruito una situazione, una casa, avrà fatto amicizie; se toccasse a me sarei pronto a ripartire un'altra volta, solo perché è passato il pericolo? E quando poi Giuseppe scopre che il pericolo c'è ancora e gli tocca andare in quel buco che è Nazaret, cosa pensa di questo Signore che gli ha fatto lasciare l'Egitto?
Dio ha dei progetti di pace per Giuseppe e Maria, ma questo implica che loro ci credano. Anche per me Dio ha dei progetti di pace, ma vedo che ho tendenza ad attaccarmi al mio progetto, ciò è ha ciò che sto facendo e possiedo. Quando il Signore mi propone di rilasciare tutto per un nuovo progetto non sempre sono entusiasta.
Altra applicazione: quando muore qualcuno d'importante per me, ci credo che il Signore ha un futuro nuovo sia per il defunto che per me, o considero che la mia vita è finita e vivo di ricordi? Il Signore ha sempre una nuova vocazione da offrirmi, per dare un senso alla mia vita. Signore educami alla speranza e alla fiducia in te affinché io non abbia a fermarmi mai guardando con nostalgia il passato. Donami di credere che il mio futuro non è la morte ma la vita.