Omelia (25-11-2001)
padre Paul Devreux
Lc, 23, 35-43

Questa domenica si celebra la festa di Cristo Re. La Chiesa ci propone il testo della Passione! Normalmente, quando si vuole ricordare un re, si fa parlando delle sue prodezze; non della sua morte. La Chiesa avrebbe potuto proporci qualche bel discorso di Gesù o un miracolo clamoroso. Perché parlare di morte in un giorno di festa? Sta pure male.



Ognuno è re di ciò che possiede e domina. Gesù è Re dell'universo perché ha dominato non solo la vita ma anche la morte. Ha affrontato la morte e l'ha gestita da Signore, riuscendo a metterla al suo servizio; non l'ha subita come noi. Vivendo la morte cosi, ha impedito alla morte di regnare sulla sua vita; non gli ha permesso di condizionare le sue scelte. La paura della morte non è riuscita a scalfire in lui il desiderio e la volontà d'amare e perdonare l'uomo, e quindi è stata sconfitta. Gesù mette la morte al suo servizio perché con la sua morte ci rivela che Dio ama l'uomo e lo perdona anche se l'uomo non lo perdona e lo odia. L'amore gratuito di Dio è più forte dell'odio e della morte perciò Cristo è Re dell'universo.



Nota: Gesù non fa scendere dalla croce il ladrone pentito; perché ciò che conta per lui, è il rapporto con Dio.