Omelia (30-09-2001)
padre Paul Devreux
Lc 16, 19-31

Alla fine della parabola di questa domenica vediamo che il ricco epulone chiede ad Abramo di mandare Lazzaro a casa di suo padre per ammonire i suoi fratelli. Immaginate cosa succederebbe se veramente Lazzaro si presentasse a bussare a casa di questi ricchi? Pensate che lo ascolterebbero?

Io penso che si spaventerebbero a morte, gli sbatterebbero il portone in faccia e chiamerebbero qualche sacerdote chiedendogli di benedire la casa perché hanno visto un fantasma. Poi ricomincerebbero a bere e a scherzare più di prima per dimenticare il fattaccio. Abramo ha ragione. Neanche Gesù risorto a convinto tutti.

Ma ciò che mi stupisce in questa parabola è l'atteggiamento del ricco nei confronti del povero, quando lo vede accanto ad Abramo. Continua a considerare Lazzaro come uno che può usare a suo gradimento. Non chiede ad Abramo di dargli dell'acqua o di andare a casa sua, perché per lui è scontato che Abramo non va disturbato; come era logico che lui non dovesse essere disturbato dai bisogni dei poveri quando era vivo. E' un problema di rispetto della gerarchia e di concupiscienza con il ricco. Desidero essere come lui e quindi lo rispetto e non lo disturbo; mentre Lazzaro non desidero essere come lui e considero scontato che sia a mia disposizione; altrimenti oltre ad essere povero e brutto è pure cattivo e presuntuoso.

Anche io sono cosi; Ho paura di disturbare il ricco e il forte, mentre mi viene spontaneo chiedere al povero. Magari mi sento anche buono, perché gli do la possibilità di fare qualche cosa per me, ma non voglio che venga a disturbare la mia vita, a costo di pagarlo! Non deve neanche sfiorarmi! Tante elemosine sono fatte proprio per mettersi la coscienza a posto e non essere più disturbati dall'ossessiva vista di questi poveri che continuamente tentano di entrare in casa mia da tutte le finestre e persino dalla televisione.Fare l'elemosina o fargli al guerra è la stessa cosa. L'importane è il risultato: che io stia in pace e che il povero non venga a turbare i miei sogni. Purtroppo cosi facendo creo un abisso tra me, Dio e gli altri, e finisco con il cascarci dentro. Questo abisso si chiama solitudine, diffidenza, malevolenza e morte; più della morte stessa.

Ebbene pensate che questa parabola ci annuncia una buona notizia: Questo povero Lazzaro, che sta alla mia porta, è Gesù. Lazzaro significa in ebraico: Dio aiuta. Aiuta Lazzaro, ma aiuta anche me, che credo di essere ricco, mentre quel abisso che ho creato fa di me un altro povero Lazzaro, che non osa più neanche gridare.

Dio da ricco che èra, si è fatto povero in Gesù, per poter venire a stare alla mia porta. Dio si è fatto bambino bisognoso, per poter venire in controai miei bisogni, perché io possa domandargli senza remore ciò di cui ho bisogno. Dio si è fatto povero per me, affinché io osi pregarlo senza essere condizionato dalla paura di disturbarlo. Dio si fa tutto a tutti pur di riuscire ad entrare, magari dalla porta di servizio, e tirarmi fuori dal mio peccato, e mi domanda: " Disturbo? Posso disturbare?"

Signore donami di vedere quanto è grande questo tuo amore per me. Fa' che io mi lasci almeno sfiorare da questo tuo amore, affinché quel abisso che ho creato venga colmato dalla tua presenza, che è in grado di riconciliarmi con Te, con i miei fratelli e persino con me stesso.