Omelia (23-09-2001)
padre Paul Devreux
Lc 16, 1-13

Oggi sono chiamato a fare il bilancio della mia vita: come mi sento? Basta non fare del male a nessuno? Ma è poi vero che non faccio del male a nessuno?

L'amministratore di questa parabola pensava di farla sempre franca, sembrava che qualcuno lo proteggesse, si sentiva fortunato. Quando il padrone lo chiama è sorpreso, non se l'aspettava.

Prima o poi, da vivo o da morto, questo giorno arriva. Sono chiamato a rendere conto del bene della vita che ho ricevuto. So che sarò giudicato sull'amore. Sono tranquillo?

Quest'amministratore ha la fortuna di sapere subito qual è il verdetto: fuori! S'interroga sul da farsi e sceglie di condonare ai creditori del suo padrone quella parte sulla quale può giocare in quanto era la sua parte di guadagno. L'istinto sarebbe stato quello di accumulare il più possibile per avere delle riserve. Lui fa il contrario, perché punta sulla misericordia, sperando cosi di ottenere misericordia da qualcuno.

Ha visto giusto. La carità e la misericordia cancellano molte colpe.

Lunedì, durante una veglia per la pace, il Vescovo di Pistoia diceva più o meno cosi: "Se si fa una guerra saranno i poveri a pagare, non i colpevoli; e se non avremo misericordia, se non ci apriremo alla solidarietà verso i poveri, finiremo tutti come quelli delle torri".

Quest'amministratore avrebbe anche potuto dichiarare guerra al suo padrone, cominciando a denunciarlo per cose che sapeva solo lui, poteva diffamarlo, vendicarsi. Ha scelto un'altra strada, e ha visto giusto.

Signore aiutaci a vedere giusto anche noi, affinché possiamo costruire un mondo dove giustizia e pace possano incontrarsi.