Omelia (27-05-2007)
don Ezio Stermieri
il nome dello Spirito

È questo il giorno per dare un nome a quello "spirito", forza, coraggio, qualità della vita che ritroviamo in noi come grido di speranza oltre la morte, capacità di amore gratuito oltre l'istinto, il calcolo, l'interesse, sapienza che mette ordine e gerarchia nel conoscere, anelito dell'anima che supera la paura di Dio e lo invoca: Padre, papà!, intelligenza di cose e persone al di là di interpretazioni epidermiche, linguaggio universale che supera i particolarismi e gli egoismi linguistici, i confini dell'odio e della guerra...
Dare nome all'arte, attrazione di bellezza, alla musica, lingua che affratella, alla scienza che rende possibile il bene comune, la fraternità che libera l'uomo dalla solitudine, lo fa famigliare di Dio, alleato per rendere la storia luogo di salvezza, attento a quella libertà che rende l'uomo unico di fronte alla tentazione di annullare se stesso o di elevarsi a valori che fanno della umanità una civiltà e della civiltà il riflesso dell'Amore di Dio. Che nome ha quello spirito inafferrabile e non riconducibile a nessuna ideologia che talvolta ci sembra utopia perché "oltre" il livello della nostra storica civiltà e talora "logos", ragione, per non abbrutirci sulla nostra fame di avere, sete di potere, spinta irrazionale al piacere. È lo Spirito di Gesù, quello dice Paolo che abita in noi, quello di risurrezione di Cristo, quello che ci affranca dall'essere debitori solo della dimensione mondana, quello che ci fa liberi, che ci fa religiosi perché invoca Dio: abbà!, quello che ci fa eredi della vita eterna. È lo Spirito dice Luca negli Atti che parla il linguaggio di tutti perché annunzia e fa vedere Dio all'opera con noi nel superare l'antica Babele e mettere il fondamento del nuovo villaggio globale, della nuova civiltà, del nuovo umanesimo dove l'uomo di qualunque colore, cultura, popolo, nazione è rispettato, aiutato in quanto "uomo" e il discernimento di questo unico elemento di riconoscimento è nell'essere figlio di Dio. Questo Spirito non è solo desiderio del cuore di fronte alle inumani tragedie che un secolo consegna al successivo. È dono, gratuito, pagato da Dio stesso perché avessimo un punto per risalire la china della nostra abiezione: la Croce di suo figlio; una mensa per prender forza della inversione della tendenza: l'eucaristia, una famiglia per non sentirsi soli nell'impresa: la Chiesa, una memoria per non smarrirci in verità contrapposte: lo Spirito che " vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto".
È il consolatore, il Paraclito, lo Spirito "Santo".