| Omelia (27-01-2008) |
| mons. Roberto Brunelli |
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Pescatori in un mare inquinato Riconosciuto da Giovanni Battista come il Messia preannunciato dai profeti, Gesù diede inizio alla sua vita pubblica. Allo scopo lasciò l'insignificante villaggio di Nazaret e si trasferì a Cafarnao, la principale città della Galilea: il territorio di Zabulon e di Neftali, per i cui abitanti, dice l'evangelista citando il profeta Isaia, con l'arrivo dell'Atteso Il brano seguente, sintetizzando l'operato di Gesù, spiega in che consistesse quella luce. Egli Nella prima attività del Maestro rientra anche la chiamata dei discepoli, poi detti apostoli. Il passo evangelico di oggi narra quella dei primi quattro, due coppie di fratelli, tutti pescatori sul "mare" di Galilea, come tuttora a volte chiamano il lago di Tiberiade. Sono Simone (cui sarà dato il nome di Pietro) e Andrea, Giacomo e Giovanni (il futuro evangelista). Gesù dice loro: Invitando quei quattro pescatori di Galilea a un impegno diverso, Gesù ha cominciato a delineare la missione della sua Chiesa, che egli avrebbe costruito proprio sul fondamento degli apostoli. "Pescare" uomini è il suo compito primario, più o meno fedelmente adempiuto da duemila anni in qua: e non senza successo, a guardare i numeri di chi ne fa parte. In verità, chi è stato davvero "pescato" lo sa soltanto Dio, e in ogni caso il successo non è dipeso tanto dall'abilità dei "pescatori" quanto dalla loro corrispondenza all'aiuto divino. Ciò premesso, c'è da chiedersi come avviene la pesca, e perché tanti si lasciano pescare, ma altri no. Circa il come, la risposta è nel vangelo di oggi. Gli apostoli e i loro successori non hanno altro modo se non imitare il Maestro: annunciare la buona novella, la bella notizia che Dio non lascia gli uomini a boccheggiare nel loro mare inquinato, ma per amore offre loro la possibilità di respirare, già in questa vita e poi definitivamente, a pieni polmoni, nella prossima. Il perché, invece, alcuni accolgono l'offerta e altri no, non ha risposta; affonda nell'imperscrutabile mistero della mente e del cuore umano, che solo Dio conosce. Si può confidare nel suo amore senza limiti e rivolto a tutti, per sperare che Egli trovi modo di salvare tutti; alla Chiesa, fatta di uomini, resta il compito dell'annuncio, senza stanchezze, senza paure, senza parzialità. |