Omelia (27-01-2008)
don Marco Pratesi
Una storia di luce

Il tema natalizio della luce continua a riecheggiare nella prima lettura oramai da tre domeniche. In effetti "la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno" (Epifania, annunzio del giorno della pasqua). L'anno liturgico disegna la "corsa del sole che percorre la via" (Sal 19,7) della nostra via e del nostro tempo, in modo che nulla si sottragga alla luce e al calore del Signore.
Isaia parla degli ebrei del nord, oppressi e deportati dal re di Assiria nella seconda metà dell'VIII secolo. Il paese di Zabulon e di Neftali, la Galilea, che in quel momento si trova in tenebra fitta, in situazione di asservimento, verrà illuminato da una luce grande.
Per annunziare la salvezza il profeta richiama un fatto della storia di Israele che aveva riguardato ancora quella zona: la vittoria di Gedeone sui Madianiti, avvenuta circa 400 anni prima, raccontata nel Libro dei Giudici (cap. 7).
Il Vangelo di Matteo racconta il momento in cui Gesù, dopo il battesimo al Giordano e la tentazione nel deserto, comincia il suo ministero pubblico. Egli si trasferisce da Nazaret a Cafarnao, cittadina posta sulle rive del Mare di Galilea, nella zona settentrionale di Israele. Citando Isaia, Matteo afferma che con la presenza di Gesù a Cafarnao, nella zona di Zabulon e Neftali, si realizza la profezia antica. La promessa di Dio cammina nel tempo, si realizza in forme diverse, trova la sua compiutezza in Cristo.
Il suo cammino non è concluso, manca un anello alla catena: l'oggi, il nostro presente, il momento in cui ascoltiamo questa Parola. Perché essa, dopo essersi realizzata ai tempi di Gedeone, di Isaia e di Gesù, e lungo tutta la storia della salvezza, attende di trovare nuova attuazione nella nostra vita. La salvezza, preparata e prefigurata prima di Gesù, dopo di lui richiamata e rivissuta, assume forme sempre nuove, al tempo stesso quelle di sempre.
La nostra vita non è isolata, sbattuta a caso qua e là nei meandri della storia. Essa è inserita in un cammino di salvezza. Ha un prima e un dopo, un passato e un futuro, un'origine e una meta, che superano i ristretti limiti della nostra esistenza temporale.
Con infinita creatività e incrollabile fedeltà a se stessa, la Parola creduta realizza la salvezza di Dio nell'oggi di ogni uomo. Ce lo ricorda, alla sera di ogni giorno, il cantico di Maria: "di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono" (Lc 1,50).

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.