Dramma e mistero del Dio-con-noi
Da settimane ormai siamo immersi nel clima del Natale, un clima edulcorato e stucchevole che pare ridurne il senso al tripudio di luci regali e panettoni, o tutt'al più a generici quanto immotivati inviti a "essere più buoni". A richiamare il significato autentico della celebrazione viene il vangelo di oggi, con la sua carica di dramma e mistero.
. Si pensi all'umanissimo dramma di un uomo che scopre la sua fidanzata in quello stato di cui non ha responsabilità, alla prospettiva dello scandalo per lei e delle beffe per lui, al suo rovello sul da farsi. Quando poi viene illuminato in proposito, ecco al dramma succedersi il mistero: . Dopo duemila anni dal fatto, per noi è facile inquadrarlo nelle vicende della redenzione; ma il povero Giuseppe che cosa avrà capito? Chiara gli risultò forse soltanto qual era la volontà di Dio: e fu suo merito e sua grandezza sottomettervisi pur nell'oscurità delle motivazioni, come già Abramo, richiesto di sacrificare il proprio figlio, come Mosè, incaricato della titanica impresa di sottrarre alla superpotenza egiziana un popolo di schiavi, come i tanti altri personaggi di cui Giuseppe sentiva leggere il sabato nella sinagoga, ai quali Dio aveva chiesto impegni che non avrebbero voluto assumersi.
Dramma e mistero si ripresentano nelle parole subito successive a quelle riportate. Maria . Infatti: "Gesù" significa "Dio è salvatore"; ma quel bambino di cui veniva chiesto a Giuseppe di assumersi la paternità legale avrebbe salvato il suo popolo non con un colpo di bacchetta magica, bensì sacrificando se stesso sulla croce. Sullo sfondo della culla di Betlemme, dietro la tenerezza che ogni neonato ispira, si delinea il profilo del calvario, si intravede il rosso di un sangue innocente. A questo pensiero, come suonano false le sdolcinature dei nostri giorni natalizi! Di fronte all'evento di Betlemme, l'atteggiamento corretto è quello della liturgia, che pur invitando i cristiani a rallegrarsi perché Dio è venuto a salvarci, subito dopo ricorda, come in ogni messa, quale ne è stato il prezzo.
Peraltro, un prezzo previsto. La vicenda terrena di Gesù, dalla nascita alla morte e risurrezione, si iscrive in un disegno di ben maggiore ampiezza temporale, è l'apice di un piano attuato in un arco di secoli. L'evangelista lo richiama quando vede, in Maria che concepisce senza intervento umano, il realizzarsi di quanto annunciato ottocento anni prima dal profeta Isaia: . Emmanuele è uno dei nomi di Gesù; egli stesso se lo riconosce e in certo senso lo riempie di significato, riassumendo con esso la sua missione terrena: le sue ultime parole ai discepoli prima di congedarsi da loro sono state: "Ecco, Io-sono-con-voi sino alla fine dei secoli".
La presenza di Gesù in mezzo agli uomini è cominciata a Betlemme e non finirà mai; l'Emmanuele è presente tuttora, là dove lui stesso ci ha detto di cercarlo: e questo è il vero motivo per cui ogni anno si torna a celebrare il Natale.
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