Omelia (23-12-2007)
padre Antonio Rungi
Con Maria e Giuseppe preparati ad incontrare Cristo

Quarto ed ultimo appuntamento con le domeniche di Avvento prima della celebrazione della solennità di dopodomani. Alla vigilia del Santo Natale la parola di Dio ci immerge nel mistero della vigilia della nascita di Gesù Cristo nel grembo verginale di Maria, di cui ci racconta il testo del Vangelo, presentando la coppia entro la quale Gesù sceglie di venire al mondo: Maria e Giuseppe. Tutti e due sono chiamati in causa con responsabilità diverse e con disponibilità diverse nel progetto di Dio. Maria la piena di grazia, Giuseppe lo sposo castissimo di questa donna scelta da Dio ad essere il suo primo vero tabernacolo nella vita terrena del suo Figlio, fatto carne nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo. Il testo del Vangelo secondo Matteo ci descrive come fu generato Gesù Cristo.
I nostri modelli ai quali ispirarci in questi ultimi giorni di Avvento per prepararci degnamente al Santo Natale da un punto di vista spirituale sono Maria e Giuseppe. Si tratta di accogliere Cristo nella nostra vita con la semplicità e la totale disponibilità alla sua volontà come ci attesta il comportamento della Madonna e di San Giuseppe di fronte al grande evento dell'incarnazione del Figlio di Dio. Una preparazione che è contemplazione, preghiera, silenzio, meraviglia, stupore sia per quello che avviene nel grembo purissimo di Maria e sia, in modo speciale, del grande evento della nascita del Redentore, l'atteso messia da Israele e dall'umanità intera. Gesù Cristo, l'Emmanuele è davvero il Dio con noi, un Dio che ama l'uomo fino ad abbassarsi alla sua condizione, così come ci ricorda la prima lettura di questa quarta domenica di Avvento, tratta dal Profeta Isaia, il profeta che ci ha accompagnato in questi giorni di preparazione al Natale con il suoi scritti, aperti alla speranza, alla gioia, al rinnovamento e alla conversione.
Bisogna accogliere nella nostra vita questo segno particolare, unico ed irripetibile che ci viene dal cielo, e che si incentra nella nascita del Messia. Un segno che si rinnova ogni anno nel Natale liturgico, ma che ci riporta al primo vero Natale della storia dell'umanità e che ci riporta a 2007 anni fa quando a Betlemme nacque quel singolare Bambino che ha cambiato le sorti e il cammino dell'umanità, richiamando a sé tutti gli uomini della terra e trasmettendo a loro il suo messaggio di amore e solidarietà.
Nel testo della lettera di San Paolo Apostolo ai Romani che ascoltiamo oggi ci viene richiamata la missione di Cristo nei nostri confronti. Per mezzo di Gesù Cristo abbiamo ricevuto il dono della fede in virtù della quale siamo tutti apostoli di un messaggio di salvezza per tutti gli uomini della terra e per tutto il tempo che questa umanità vivrà su questo pianeta, ove Cristo si è incarnato 2007 anni fa.
Al termine dell'itinerario spirituale di preparazione al Natale il nostro grazie a Dio per averci condotto quasi per mano a questo annuale appuntamento con il suo Figlio, il Verbo Incarnato nel grembo verginale della Madonna e così intendiamo pregare con cuore colmi di gioia e di speranza per un Natale nel segno dell'amore e della pace: "O Dio, Padre buono, tu hai rivelato la gratuità e la potenza del tuo amore, scegliendo il grembo purissimo della Vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della vita: concedi anche a noi di accoglierlo e generarlo nello spirito con l'ascolto della tua parola, nell'obbedienza della fede. Amen.