| Omelia (02-12-2007) |
| don Giovanni Berti |
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Ritorno al futuro Clicca qui per la vignetta della settimana. Nel film "Ritorno al futuro" di Robert Zemeckis, il protagonista Marty si trova a viaggiare nel passato e incontra e interagisce con i suoi genitori ancora adolescenti, che non sanno ovviamente che lui è il loro figlio venuto dal futuro. Tutta la vicenda del film gira attorno al tentativo di Marty di far incontrare tra loro i suoi genitori altrimenti il futuro suo e della sua famiglia è compromesso. In tasca Marty ha una foto della sua famiglia e a seconda delle vicende del film nel "passato" le figure nella foto del "futuro" appaiono o scompaiono. Mi è venuto in mente questo film pensando alle tre letture che si leggono in Chiesa in questa domenica di Avvento, periodo che ci proietta verso il Natale, ma che anche ci proietta alla fine dei tempi, il futuro verso il quale tutti siamo incamminati. Sarebbe interessante domandarci tra noi come lo vediamo il nostro futuro e soprattutto quale rapporto ha il nostro futuro con il momento presente che ognuno vive. L'esperienza mi insegna che il futuro un po' è nelle mie mani e un po' no. So che le scelte che faccio adesso hanno una ripercussione sul mio domani e dopodomani, ma mi rendo anche conto che tanti fatti improvvisi e indipendenti da me modificano in bene o male quello che sarò domani e dopodomani. A volte si ha la sensazione di avere la vita in mano e a volte si cade in una sorta di fatalismo e si ha l'impressione che per quanto ci si sforzi il nostro futuro non dipende da noi. Cosa mi dice il Vangelo di oggi a tal proposito? Come sempre Gesù non mi vuole spaventare ma al contrario vuole spronare la mia vita. Il futuro di cui parla Gesù non è tanto quello temporale di un giorno o un anno in avanti, ma parla del senso ultimo della vita. E questo futuro è di Salvezza, è un futuro positivo. Forse mi può interessare poco il futuro ultimo, a me che sono preoccupato di come mi andrà domani o anche oggi pomeriggio nelle mie cose concrete, ma è proprio qua che scatta l'invito del Vangelo a vegliare. Gesù per spiegarsi usa la storia di Noè e del diluvio. La gente travolta dal diluvio viveva una vita normale e non si è accorta di quel che accadeva. Secondo l'interpretazione di Gesù, la gente era così sommersa dal quotidiano (e non dà un giudizio sulle cose che facevano "... mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito...") che non ha colto il senso della storia che stava cambiando, non si è accorta dell'intervento storico di Dio. Erano disastrosamente distratti... Gesù invita a stare pronti e non lasciarsi catturare e addormentare dalle preoccupazioni immediate come se la storia nostra personale e universale non fosse anche a nostra portata di mano. Siamo incamminati verso una salvezza, verso un futuro di pace, di armonia, di fratellanza e di tutto quello che di più bello umanamente vogliamo. Ma questo futuro lo possiamo anche "perdere" se non impostiamo già il nostro piccolo presente in sintonia con questo futuro che Dio vuole donare. Se la storia ci sembra a volte un diluvio universale di disgrazie e di male, la fede ci dice che è presente un arca di salvezza e che alla fine questo diluvio lascerà il posto a un arcobaleno e a una nuova terra. Clicca qui per lasciare un commento. |