Omelia (18-11-2007)
padre Mimmo Castiglione
Come? Quando?

Tanta fatica per costruire opere grandiose e belle per poi assistere alla loro distruzione!
Per opera dell'uomo s'intende e non di Dio.
Tanto lavoro per realizzare progetti per poi "ammirare" solo macerie.
I sogni, i desideri, le aspirazioni, curare rapporti, mantenere relazioni,
educare, formare, accompagnare e sostenere, intercedere, per poi? Quale futuro?
Ma il nostro futuro non è forse nelle mani di Dio?

Oggi il Vangelo ci conduce a Gerusalemme dove Gesù sperimenterà ancora una volta il rifiuto, quello stesso che aveva segnato l'inizio del suo ministero a Nazareth. Eppure, nonostante le ostilità e l'incomprensione dei suoi, Gesù porterà a compimento il senso della sua vita, lo scopo della sua incarnazione. Continuerà sempre e comunque a tendere la mano senza mai arrendersi, anche di fronte all'angoscia ed alla paura, alle percosse ed alla morte.

Gesù parla del tempio, luogo della Presenza di Dio e della sua alleanza. Costruito, distrutto, ricostruito, demolito e ancora grandiosamente riedificato, adornato di preziosi provenienti dal mondo ebraico e pagano. Le sentenze del Maestro riguardo alla casa di Dio provocheranno inimicizia e sconcerto, ed ancora abbandono e solitudine. Nessuno mai avrebbe immaginato che dopo più o meno quarant'anni, della casa di Dio sarebbero rimaste solo rovine. Oggetto di meraviglia, diventerà luogo di desolazione e "muro del pianto". Svanisce l'illusoria sicurezza dell'uomo viandante, che ritorna nomade alla sua tenda, divenendo nuovamente consapevole della sua provvisorietà.

Quando avverrà il crollo dell'immagine? Come se bastasse saperne il momento per evitare il danno del giudizio. Conoscere il futuro? Roba da maghi e cartomanti! Quanti ne sono venuti e quanti ne verranno?! Quanti Cassandra di turno, annunciatori di sventure e fine del mondo. Quanto timore inculcato per gestire coscienze spaventate, ignoranti ed insicure?! Quanti indovini interpellati per prevenire sciagure?! Ingenui si portano addosso amuleti ingurgitando misture per non perdere il lavoro e l'amante, per non morire, per non ammalarsi, per guarire e mantenere la salute! Pagando parcelle esose, è chiaro, se no non vale! Non è dell'arrivo della fine del mondo che si deve aver paura, dice il Signore, non delle catastrofi, delle persecuzioni e delle guerre, tutte cose che non sono mai mancate, quanto piuttosto dell'essere impreparati e disattenti a ciò che avviene, senza aver fatto niente per prevenire.

Non resterà nulla, tranne ciò che non muore, è chiaro! Ma che cos'è che non ha fine?
Non ci si lasci scoraggiare od ingannare. Tutto è relativo. Solo l'amore rimane,
solo il servire, il sacrificio, quello gratuito, nella memoria,
per il quale s'è riconoscenti e si vive e non ci s'arrende!
Solo il ricordo di quest'amore resta.
È vero. È dura rimaner fedeli. Dinanzi alle soverchierie ed alle persecuzioni,
alle violenze ed ai soprusi, solo una promessa: Nessun capello del vostro capo perirà!

PREGHIERA

Pietà di me Signore, fragile e peccatore.
Consolami, aumenta la mia fiducia nelle tue parole.

Il tuo Spirito mi illumini e mi preservi dalle suggestioni del male.
Che io non mi inganni ascoltando altre voci.
Dammi forza per compiere il bene e non aver paura degli oltraggi.

Signore, intanto che aspetto la tua venuta, fammi dono della costanza.
Sempre perseveri nella speranza. Amen.