Omelia (12-08-2007)
don Giovanni Berti
La fede e la paura

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Tante volte Gesù dice ai suoi amici di non aver paura, e anche in questo passo del Vangelo Gesù continua il suo discorso sulla povertà e la fiducia nella Provvidenza con un invito a "non temere".
Gesù conosce benissimo quello che passa nel cuore e nella mente dei suoi discepoli e di tutti gli uomini, noi compresi.
Sa che la paura è un sentimento che sta alla base di tante nostre scelte personali e sociali.
La paura della povertà, della solitudine, dell'essere non autosufficienti ci spinge tutti a metterci corazze difensive fatte di beni, ricchezze e potere. L'intera storia umana può esser letta con questo filtro di lettura: la paura. Per paura l'uomo si dimentica che l'altro è un fratello e lo combatte, si difende e cerca di strappargli l'armatura e i beni per farli propri. E quanto di questo è anche il nostro personale modo di fare nella nostra piccola storia personale?
Gesù è venuto nel mondo per abbattere i muri di paure. Si è reso indifeso e rinunciando allo scudo della divinità ci ha fatto comprendere che solo Dio Padre dobbiamo temere e nessun altro, nemmeno noi stessi.
E Gesù davvero è stato l'uomo senza paura, che ha mostrato che umanamente è possibile fidarsi di Dio fino anche a donare la vita. E sono tanti che lo hanno seguito in questo atteggiamento...
Ecco perché dobbiamo lasciare le difese e fare concretamente come ci dice Gesù, cioè vendere quello che abbiamo e darlo ai poveri e avere il nostro unico tesoro in Dio dove non c'è pericolo di perderlo. E' un difficile programma di vita che non riusciamo mai a realizzare del tutto e in una sola volta. La paura infatti non la superiamo tutta in una volta e continuamente abbiamo bisogno delle parole incoraggianti di Gesù, "non temere".
Bello l'esempio che troviamo nella lettera agli Ebrei che ci parla della fede di Abramo e gli altri antichi patriarchi. Sono partiti da una terra lontana senza sapere dove precisamente andavano seguendo solo l'invito del Signore. Non hanno avuto paura di nulla se non di Dio, un timor di Dio che è amore e fiducia in Lui. Non si sono attaccati alla loro terra e ai beni raggiunti, ma con la fede hanno sconfitto la paura.
Posso "misurare" la mia fede dalla paura che lascio abitare nel mio cuore. Posso conoscere la mia reale fiducia in Dio se davvero la mia vita concreta ha nel Signore il tesoro al quale mi attacco e non nei beni che le mie mani stringono saldamente per sentirmi al sicuro.
Sono ateo quando vado in Chiesa ma la mia vita rimane fuori.
Sono ateo quando prego Dio con le labbra, ma il mio cuore è muto.
Sono ateo quando alzo le mani a Dio per chiedere, ma poi le tengo chiuse per stringere quello che ho senza donarlo a nessuno.
Sono credente quando mi accorgo che il Dio che cerco è già accanto a me in casa, in auto, nel bar, dove lavoro, dove mi diverto, dove soffro...
Sono credente quanto il mio cuore rimane sereno anche nella situazione più difficile perché ha incise sopra le parole di Gesù.
Sono credente quando finalmente apro le mani e lascio cadere lo scudo e la spada di ricchezze e potere con le quali mi difendo dagli altri.
Sono credente quando credo, respiro, sento e vivo quello che Gesù ha vissuto, facendo in modo che ogni angolo della mia vita, piena di pericoli e a volte povera, sia sempre ricca di Dio.

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