Omelia (26-08-2007) |
don Giovanni Berti |
La porta stretta... Clicca qui per la vignetta della settimana. Come spesso accade nel Vangelo, Gesù non risponde direttamente alla domanda che gli è posta. Questo tale gli chiede quanti si salvano, e Gesù gli dà come risposta l'immagine di una porta stretta da passare che conduce ad un banchetto con Dio al quale si partecipa non certo per privilegio, ma solo dopo una vita segnata dal bene... Quante messe devo partecipare per avere la salvezza garantita? Quante croci devo appendere in casa con statue e immagini di Santi e Madonne, e quante candele accendere in Chiesa per assicurarmi un posto in Paradiso? Quante preghiere devo pronunciare al giorno per garantirmi l'amicizia con Dio? Sono domande che al metterle giù così fanno sorridere... Ma siamo sicuri che non è proprio questo il nostro modo di misurare la salvezza e il nostro rapporto con Dio? Anche nella vita di fede rischiamo di applicare il metodo del calcolo economico, volendo stabilire nel modo più preciso il "quanto", il "dove" e il "quando". Gesù anche quando gli chiedono i tempi precisi della fine del giudizio finale, schiva la domanda. Lui è preoccupato del "come" viviamo la salvezza già da ora. Lui ci insegna che dobbiamo già da adesso iniziare la strada del Paradiso. Non basta avere il certificato del Battesimo e dirci cristiani di cultura e appartenenza sociale per poterci considerare salvi e degni di partecipare alla festa eterna nei cieli. Anche se abbiamo banchettato nella mensa eucaristica tutte le feste e abbiamo ascoltato vangeli e prediche, se non smettiamo di operare iniquità nella nostra vita quotidiana rimarremo fuori dalla porta di Dio perché sarà troppo stretta per noi. La porta di Dio è la porta della vita vera che inizia già da ora e finisce eternamente in cielo. |