Omelia (02-09-2007) |
don Giovanni Berti |
Il posto dell'ultimo, lezione di umiltà Clicca qui per la vignetta della settimana. Il Vangelo inizia con un gioco di sguardi incrociati: la gente guarda Gesù curiosa di vedere quel che farà e che cosa dirà, e anche Gesù guarda la gente invitata a questo banchetto e dall'osservazione del semplice gesto di occupare i posti a tavola svela un atteggiamento di vita da correggere... Gesù sicuramente anche ora osserva il nostro modo di occupare i posti della vita. Chissà cosa direbbe a me personalmente osservando il mio modo di cercare e occupare il posto nella Chiesa, tra gli amici, in famiglia, nel lavoro, nella società... Solo in chiesa a messa cerchiamo di occupare fisicamente l'ultimo posto, con la scusa del "davanti c'è caldo" oppure perché arriviamo in ritardo... ma anche perché stare davanti forse ci stimolerebbe di più a coinvolgerci di più nella vita comunitaria e nel servizio, ma non abbiamo tempo e...c'è sempre qualcun altro. Poi nella vita fuori dalla messa è tutto un correre a ottenere il primo posto. Vogliamo il primo posto nel lavoro, nella retribuzione, nei privilegi. Ci rode l'invidia verso chi è più avanti di noi e siamo sempre in ansia di vederci rubare il posto raggiunto magari da chi è dietro di noi e non ha diritto di passarci avanti perché c'eravamo prima noi! Ovviamente non parlo della fila alla posta o alla biglietteria del cinema. Ma penso alla vita che conduciamo nella nostra società ricca e benestante. Gesù ci fa riscoprire la bellezza dell'umiltà come atteggiamento profondo che ci libera e porta pace in noi e attorno a noi. Per umiltà cristiana non penso a volti tristi e a gare di bassa autostima autolesionistica. Per umiltà vera penso alla capacità di ridimensionare bisogni e ansie. Per umiltà penso alla capacità di esser liberi di occupare anche l'ultimo posto perché abbiamo la certezza nel cuore che "gli ultimi saranno i primi" per Dio. Per umiltà penso alla pace di scoprire che non tutti i difetti ci rendono detestabili ma al contrario possono essere lo spazio di incontro per chi ci può aiutare, e i pregi che scopriamo in noi ci spingono a soccorrere chi non li ha. L'umiltà genera fraternità vera. L'umiltà quindi non è un sentimento negativo, ma al contrario nasce da un sentimento libero e felice che porta a scelte concrete e materiali di liberazione. Gesù nel Vangelo ci dice di imparare da lui che è "mite e umile di cuore". Ma Gesù non era certamente un triste e un sottomesso. Al contrario era libero da tutto e tutti e non si faceva problemi ad incontrare gli ultimi del suo tempo, quelli cacciati fuori dalla società (poveri, malati, peccatori...). Una Chiesa umile è quindi una Chiesa che non si lamenta continuamente di essere attaccata e non teme di perdere privilegi antichi. Al contrario è una comunità di credenti in Cristo che nella nostra società diventa esempio e stimolo di attenzione agli ultimi, di libertà dall'ansia di ricchezza, di capacità di dialogo sempre. Umiltà è... |