Omelia (21-10-2007)
don Marco Pratesi
Le mani di Mosè

Nella tradizione ebraica Amalek rappresenta ogni avversario che vuole annientare Israele. Uscito dalla schiavitù d'Egitto, Israele conosce la sua prima lotta da popolo libero nello scontro con Amalek, che aggredisce il neonato Israele. Considerando la vicenda di Gesù, si può pensare a Erode che tenta di sopprimere il neonato Messia di Betlemme. Laddove nella storia emerge del bene, trova sempre opposizione. Dobbiamo saperlo: per ciascuno che cerca il bene c'è una lotta inevitabile da sostenere.
Il brano dell'Esodo ci mostra che per la vittoria sono necessari sia l'impegno umano che il sostegno divino. "Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio»". Occorre costituire un esercito e combattere, e occorre l'intercessione, anch'essa misterioso combattimento. "Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode"(Sal 127,1).
Immagine splendida e quanto mai espressiva, quella delle braccia alzate di Mosè: "Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek". Non c'è da dubitarne: allentare la preghiera significa dare forza al male e permettergli di avere il sopravvento. Non si può vincere la lotta senza coltivare adeguatamente il proprio "essere rivolti" a Dio (cf. Sal 123,2; 141,8).
Neanche la preghiera di una grande figura come Mosé basta da sola: Aronne e Cur stanno lì a ricordarci che occorre l'impegno e la collaborazione di tutti. Se non possiamo presumere di essere Mosè, possiamo però, e dobbiamo, essere come i due aiutanti che sostengono le sue braccia. La preghiera è opera comune di tutta la chiesa, che senza sosta si mantiene in piedi di fronte a Dio per chiedere la venuta del Regno e la liberazione dal Maligno. Per questo deve essere costante, come queste mani che rimangono ferme fino al tramonto del sole, fino alla definitiva vittoria.

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.