Omelia (30-09-2007) |
Monastero Janua Coeli |
Leva gli occhi... Buona domenica a te, ricco di umanità. Non siano esclusi dalla tua vita i tuoi fratelli, mendicanti di attenzione. Leva gli occhi... MEDITAZIONE Domande Lui è consolato... tormenti e consolazione. Bella prospettiva per camminare nel tempo! La consolazione che viene da una vita sofferta è incommensurabile. Le vesti di bisso coprono spesso nudità di tormento. Le vesti dell'uomo ricco sono di bisso, le vesti di Lazzaro sono le piaghe. Quale misura di gloria si nasconde tra le pieghe delle nostre attese umane? Chiave di lettura Un uomo ricco: vestiti, banchetti, vita lauta tutti i giorni. Un uomo che prende nome dalle sue ricchezze, un uomo senza volto, anonimo.... Un mendicante: senza casa, senza cibo, ricco di fame e di piaghe, un uomo che ha volto, un uomo che ha nome: Lazzaro. La vita per entrambi offre la parola: fine. E qui ci sono sorprese. Il povero è portato dagli angeli nell'abbraccio del Padre, del ricco si dice che fu sepolto. Quale orizzonte di gloria per chi ha mantenuto il nome della sua dignità umana! E quale oblio invece per chi ha preso nome solo da ciò che poteva avere... quegli occhi che non si volgevano a Lazzaro sulla soglia della sua casa si levano dall'inferno verso Dio a chiedere pietà. La risposta è nell'abisso che separa il cielo dall'inferno. Le conseguenze delle scelte operate in vita non dipendono dal Creatore. Ognuno raccoglie ciò che ha seminato. Il rifiuto ricevuto sembra generare carità: Mandalo a casa di mio padre, ammonisca i miei fratelli... La carità non nasce mai da una vita di egoismo, è apparenza di carità. Colui che ascolta la vita percepisce i segreti dell'essere uomo e intuisce le bellezze del relazionarsi... ma chi non riesce ad ascoltare i palpiti esistenziali ordinari potrà dar credito a fatti "strani"? Nella superiorità di un sentire personale illusorio reputerà bene di dar credito al suo buon senso! Un uomo ricco e Lazzaro. Banchetti o piaghe. L'uomo ricco si nutre di sé e per questo la sua fine è la sepoltura. Lazzaro non ha di che nutrirsi e attende... per questo la sua vita fiorisce. A noi la scelta. Quale è il nostro nome quotidiano? Quello che abbiamo o quello che siamo? Se qualche cane viene a leccarci le piaghe, non disperiamo e non invidiamo chi è pieno di cose... guardiamo più in là. Quando incontreremo lo sguardo di Dio, allora sì che potremo essere felici. PREGHIERA Corro nella via dei tuoi comandamenti, perché hai dilatato il mio cuore (salmo 118) CONTEMPLAZIONE Due esistenze umane che si incontrano e stabiliscono vicendevolmente regole di relazione reciproca. Una casa in abbondanza e una soglia di nuda piaga. Non sono forse io queste due persone? Nel cuore una straordinaria ricchezza di beni e al tempo stesso zone mendiche di salute e di appagamento. La lacerazione di una soglia che invece di creare incontro genera divisione. Potessi vedere riunificate in me le attese di un oggi carico di splendore! Le vesti dell'apparenza coprono piaghe smisurate, e non c'è alba che non riporti il dolore lasciato cadere nella notte dal sonno che sopraffa ogni tentativo di pace. Signore, che l'abisso dell'indifferenza sia colmato dalla tua presenza di misericordia! Un'unica tenda con un'unica speranza. Che l'umanità torni a vivere in me come spazio di consolazione per il lungo cammino nei tormenti del dubbio. Il Vangelo in mano ai piccoli Un uomo ricco e un uomo affamato. Il ricco che ha tante cose le usa tutte per sé, non gli interessa quel mendicante che ha fame e non ha nulla. Lui ha tutto, l'altro niente. E questo mendicante non stava lontano, ma vicino alla porta del ricco. Dopo la morte, quando il mendicante sta accanto al Signore e il ricco nei tormenti all'inferno, questi si accorge che esiste e lo chiama perfino per nome... ma ormai non c'è più da rimediare. Ognuno ha quello che ha scelto. L'aveva ignorato? Quella sua indifferenza ha scavato un abisso che è diventato incolmabile. Cosa ci insegna questo fatto? Che bisogna guardarsi bene attorno. I mendicanti, cioè chi ha bisogno, non sempre ti chiede apertamente un aiuto. Sei tu che devi accorgerti di lui e del suo bisogno. E questo è facile per chi ha il cuore aperto, perché è il tuo cuore che ti dice: Vai, quella persona ha bisogno di te. La vera ricchezza trasborda, la ricchezza falsa chiude in sé stessi. E tu che ricchezza hai in te? Se sei pieno, l'acqua che ricevi in più trasborda da te e va verso gli altri. Quando è che l'acqua non trasborda anche se è abbondantemente versata? Quando non sei pieno, ma vuoto, o meglio quando hai il fondo bucato e l'acqua che ricevi non resta in te, ma si disperde. La vera ricchezza è nel tuo cuore sazio e capace di dono. I tuoi occhi guardano in lungo e in largo oppure sono concentrati solo su di te? Sei ricco se nel tuo sguardo ci entra tutto il mondo... il resto non vale! |