Omelia (26-08-2007) |
Monastero Janua Coeli |
Gesù passava Gesù passava... L'umanità di Cristo è senza dubbio la più interessante se si pensa a quanto rispetto e attenzione nei confronti degli altri abbia nutrito in ogni circostanza... Gesù passava, insegnando, mentre camminava... Nessuna cattedra, nessuna altezza, la semplicità di un uomo che cammina verso la sua meta e strada facendo lascia di sé qualcosa di prezioso che può essere utile per altri. Quante persone passano accanto a noi, e ci lasciano qualcosa di sé! E magari noi non facciamo caso a quei volti, a quelle voci, a quei gesti... E quante volte passiamo noi accanto agli altri, e lasciamo di noi una scia di vita! Questo essere itineranti sarà un invito a non restare fermi nelle nostre oasi di comodità o di sicurezze conquistate a fatica? Gesù passa oggi nella nostra vita. Ci accorgiamo di ciò che ci lascia? Gesù passava MEDITAZIONE Domande Ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi. Ultimi, primi... Possiamo noi ridurre la vita a un trovare posto tra i primi? Se hai ricevuto per primo l'invito ad andare, sarai primo se andrai senza gingillarti qua e là, altrimenti, invitato della prima ora, finirai per arrivare ultimo, se arriverai... Chiave di lettura Cosa insegna quest'uomo che passa? Cose difficili che pochi riescono a stare ad accogliere, modalità di esistenza che non turbano il vivere quotidiano ma tentano di far sollevare lo sguardo a più ampi orizzonti. Sforzatevi di entrare per la porta stretta... la porta dell'amicizia e della conoscenza. Biblicamente conoscere equivale ad avere rapporti di intimità e di generatività. Il sentirsi dire dal padrone di casa: Non vi conosco, fa riflettere sul senso della propria familiarità con il Signore. Mangiare, bere alla sua presenza, ascoltare le sue parole, vederlo passare... nulla avrà valore, perché ciò che consente di entrare è l'amicizia, la condivisione del sentire, del pensare, del progettare. Riconoscere in Gesù il Figlio di Dio, ecco la porta stretta! Una porta che ha la misura del nostro desiderio più profondo. Seguiamo quella segreta attesa che ci abita e arriveremo a passare la porta. Ma se stiamo lì a chiacchierare con i nostri pensieri sugli atri della nostra interiorità, la porta non riusciremo neanche a vederla. La porta stretta del dare a Dio ciò che è Suo e nel vivere ogni OGGI come un dono di presenza. Bussare alla porta quando le occasioni sono state offerte, non serve. Colui che può aprire la porta non potrà accogliere nella sua casa chi ha operato l'iniquità, perché l'iniquità non fa parte di lui. A mensa nel cuore di Cristo potranno sedere quanti hanno faticato e camminato nella fede, quanti si sono fidati di quella parola loro rivolta che li chiamava a lasciare le proprie sicurezze per andare verso nuovi litorali. NON SO DI DOVE SIETE. Quali sono le mie origini? Le maschere di una vitalità fittizia possono ingannare gli spettatori delle strade di facile percorrenza, ma poco convincono gli esperti di quotidianità. Le fascinose proposte degli illusionisti che scintillino nel tremore di speranze che muoiono offrono sensazioni piacevoli tra le disillusioni ordinarie, ma fino a quando? Il cuore reclama il piacere della realtà, l'umanità che palpita nelle proprie vene esige risposte capaci di nutrire la fame che, appagandosi di momentanee soddisfazioni, si è fatta vorace. Perché non tornare a gustare i sapori dell'esistenza, il battito delle ciglia della persona che ci sta parlando, il respiro lento di chi si risveglia dopo una notte fatta di fantasmi e di incubi, la stretta di mano di chi ci viene incontro, lo sguardo di un passante dagli occhi simili al cielo, la risata cristallina dei ragazzi che giocano...? Perché cercare spazi insondabili lontano dal nostro ordinario, quando si aprono a poca distanza da noi sconfinate distese di umanità, miniere di essere? Ci è chiesto di scavare, di andare oltre, di guardare dentro, di varcare la porta stretta di uno sguardo che arrivi a cogliere il senso della creaturalità, a percepire la presenza di un Dio tangibile che porta un nome di persona, che abita la nostra stessa umanità, che è chiave e porta di accesso all'Infinito. PREGHIERA Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mia liberazione (salmo 17) CONTEMPLAZIONE La porta della tua umanità, spazio dell'amore infinito che giunge alla mia vita, apra la porta della mia umanità, perché la mia esistenza diventi incontro del divino con l'umano in virtù del tuo stare qui, nei confini della mia vulnerabilità. Il Vangelo dei piccoli "Sforzatevi di entrare per la porta stretta..." quale porta? La porta del cuore. È una porticina che poco si vede, nascosta tra le cose di tutti i giorni. In ogni cosa che succede c'è una porta da aprire: è una specie di caccia al tesoro. Tu guardi e sembra non ci sia niente di particolare, cerchi più attentamente e vi trovi un bigliettino con scritta una mappa per andare a trovare il tesoro. Per esempio, la mamma ti sgrida. E tu ti intristisci, perché pensi che la mamma non ti capisce. Questo è quello che è successo. Se in questa cosa cerchi la porta, incominci a pensare... perché la mamma ti ha sgridato? Non ti vuole bene? Tutt'altro! proprio perché ti vuole bene, si dispiace quando fai qualcosa che non ti fa crescere. La porta in questo fatto è il bene della mamma per te. Se tu entri per questa porta, la sua sgridata non ti rende triste, ma ti serve come occasione per imparare ad essere più attento ai suoi sentimenti oltre che ai tuoi. Con questa sosta di riflessione tu hai trovato la porta e sei passato al di là... anche la sgridata diventa un motivo di bene! In ogni avvenimento c'è una porta da aprire. Come in ogni persona c'è una porta che conduce al cuore. Non fermarti fuori degli altri, cerca di entrare per la porta del suo cuore e ti ritroverai pieno di gioia e di amore, contento come Gesù! La chiave per tutte queste porte è quella dell'amore... Tu ama e vedrai che nessuna porta sarà più stretta!!! |