Omelia (26-08-2007)
padre Paul Devreux
Commento Luca 13,22-30

"Quanti sono quelli che si salvano?". Nessuno, ma Gesù desidera salvare tutti. La salvezza è un dono che va accolto sforzandosi di passare per la porta stretta.

La porta larga è la porta dell'autosufficienza e del disimpegno. La porta stretta è quella della condivisione, della fraternità; sono quelle situazioni e persone per le quali posso fare qualche cosa.

Per chi è sposato e ha figli è facile: basta dedicarsi alla famiglia ed essa ti consumerà.

Per chi è prete o si ritrova solo per qualche motivo è meno scontato. La tentazione è quella di preservarsi, per cui un prete che non dà la vita in qualche modo, che non si consuma, è da buttare via. Per assurdo il modo migliore per dannarsi è proprio quello di fare il prete, perché può essere il massimo dell'egoismo e del preservarsi. Chi è sposato non può farlo, altrimenti il matrimonio salta.

Una porta stretta è anche una porta dove c'è tanta gente che chiede aiuto, che tende la mano. E' molto più facile passare dove non c'è nessuno, però scegliendo sempre quella porta ci si ritrova soli e dannati già in questa vita. Non c'è bisogno di scomodare l'aldilà per capire cos'è la dannazione, basta guardare a come sto se non faccio niente per gli altri e di conseguenza mi sento inutile e non amato.

Ma come dicevo all'inizio, non ci si salva; si vive in comunione con Dio e con qualche povero bisognoso, o non si vive. Ecco perché è cosi importante sforzarsi di passare per quella porta stretta che Gesù mi indica: la porta della comunione e della carità.

Signore aiutaci a fare le scelte giuste.