Omelia (12-08-2007) |
Monastero Janua Coeli |
Dov'è il vostro tesoro, là... Dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore... Utile come indicazione per ritrovare il proprio cuore! Quale tesoro cerchiamo? o meglio quale tesoro abbiamo da custodire?... sulle rive del mare nel silenzio di un'alba che viene a risollevare le speranze di una notte insonne o su una balza erbosa di una radura montuosa... sarà possibile tentare di capire dove abbiamo nascosto il tesoro di ciò che siamo. E se il tesoro non lo trovassimo più?! Seguiamo i movimenti del cuore, e lui ci condurrà. Che sia il tesoro che Dio ha nascosto nel campo della nostra esistenza, il tesoro di ciò che siamo, e non il tesoro che vorremmo avere o essere... buona caccia al tesoro! Dov'è il vostro tesoro, là... MEDITAZIONE Domande Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto darvi il suo Regno. L'unico vero motivo di sicurezza per l'uomo sta nel suo essere piccolo, non piccolo della serie "infante", ma piccolo della serie gregge. Una piccolezza che non arde di zelo per vincere battaglie, ma che gusta il suo essere abitat di Assoluto. Le nostre paure non sorgeranno forse dal cercare altrove appoggi e sicurezze? Chiave di lettura Le parole di Gesù rassicurano quel bisogno senza fine di concludere e risolvere ogni cosa per star tranquilli: "Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno". Non temere... quale migliore conforto di fronte al pericolo di restare fuori dal Regno? E quale sorpresa nel sentirsi aprire un sentiero per poter fugare ogni timore di fronte al futuro: Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Un tesoro al sicuro da ogni furto... il tesoro del proprio darsi in dono che trasforma ciò che è tangibile e da chiunque fruibile in proprietà non più fruibile, ma "riservata e personale"... Dove è il nostro tesoro? Lì è il nostro cuore. Sarà forse in ciò che facciamo? Povero cuore impelagato in faccende perenni! Sarà nel giudizio altrui? Povero nostro cuore spiegazzato da qualsiasi vento di opinione. E se fosse altrove? In quelle lande solitarie che si perdono nell'infinito alla ricerca di un significato senza confini? Allora sì che si potrebbe restare pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; perché la vita non sarebbe più un affaccendarsi sotto padrone, ma un attendere lo sposo che tornando dalle nozze serve i suoi rimasti a casa: festa per tutti! Non più servi, ma amici... E fa la differenza il vivere un'attesa come servo o come amico! Se aspetto una persona che amo e da cui mi sento amato, vivo nel desiderio e non mi fa fatica restare sveglio durante la notte finché bussi alla porta. Se mi sento invece sotto padrone, l'attesa mi stanca finché mi assopisco e vivo nel timore di perdere ciò che ho se dovesse entrare qualcuno a scassinare la casa. Pensiamoci quali amministratori di vita non nostra, e ci verrà affidato tutto ciò che appartiene al padrone... e saremo signori... come nel giardino di Eden quando Dio affidò il creato all'uomo: Tutto questo l'ho creato per te; ora ne sei tu il signore. E noi che stiamo lì a lamentarci di aver sempre troppo poco! Ma dove l'avremo messo il nostro tesoro? L'avremo forse dimenticato in un angolo del giardino di Eden?... Molto ci è dato, molto ci è chiesto. Molto ci è affidato, e molto di più ci sarà richiesto. Piccolo gregge, oggetto di tenerezza e di fiducia da parte del Padre... finché siamo questo, il molto affidato si moltiplica grazie alla forza esistenziale intrinseca. Quando ci allontaniamo dal piccolo e la facciamo da padroni sul tanto non nostro, chi bussa alla porta sarà per noi un intralcio, perché ci sentiremo defraudati di qualcosa. E scambieremo lo sposo per ladro! PREGHIERA Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita (salmo 22).. CONTEMPLAZIONE Venderò ciò che ho per diventare io stesso elemosina: il tesoro inesauribile della gratuità trasformerà diventerà per me il pane di ogni giorno perché niente e nessuno potranno togliermi il cuore dell'essere ciò che sono, battito di ciglia del Volto di Dio. Il Vangelo dei piccoli Gesù ha bisogno di persone sveglie, capaci di ragionare insieme a lui, di non addormentarsi quando c'è bisogno di fare qualcosa, di persone fidate a cui affidare tutti i beni della sua casa. Per questo oggi raccomanda di stare pronti a sentire la sua voce che chiama, il suo tocco alla porta, pronti con la cintura ai fianchi e soprattutto con le lampade accese. È notte, ma chi è amico di Gesù ha la luce con sé, non vive al buio e soprattutto non ha paura del buio. E tu? Hai paura del buio? Anche i grandi hanno paura del buio, non solo i bambini, perché nel buio non si riesce a controllare tutto. Ecco perché è necessario essere ben svegli... tu puoi metterti anche a dormire ma dentro di te se c'è vita che scorre questa non muore mentre riposi. Chi vive con poca vita, si abbatte subito e poi non sente, non riesce a stare all'erta e si fa rubare le cose preziose che il Signore gli ha dato per sé. È come una gomma di bicicletta. Può essere ben gonfia e tirata e allora non ha paura di camminare a lungo; può essere parecchio sgonfia e in questo caso non ce la fa a tenere il peso di nessuno, al primo intoppo ti costringe a fermarti. L'aria che sta nella gomma è vita per la gomma. Come tu sei vita per il vestito che porti. Prova a togliertelo, quando lo metti sulla sedia non sta in piedi, è senza vita. A Gesù piacciono gli amici ben svegli con cui parlare e stare insieme, quando arriva a casa. E in questo caso non è più il padrone, il più grande, perché è talmente contento di vedere che lo hai aspettato che ti fa sedere e si mette lui a servire te! |