Omelia (08-07-2007) |
don Roberto Rossi |
Annunciare le grandi opere del Signore Troviamo nei brani della Parola di Dio di oggi due indicazioni di vita molto opportune nel periodo che stiamo vivendo: la contemplazione delle opere di Dio, del suo amore, della sua salvezza e la missione continua dei credenti di annunciare e costruire il regno di Dio. Il profeta Isaia usa parole di fervore grande: "Rallegratevi, esultate, sfavillate di gioia". Il profeta annuncia al popolo di Dio che Gerusalemme, la città santa, umiliata e distrutta dai nemici, diventerà prospera e felice e attirerà tutti i popoli, grazie all'azione e alla bontà di Dio onnipotente. C'è un invito alla fiducia e alla pace del cuore: "Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò, dice il Signore; in Gerusalemme (cioè là dove c'è stata la vostra sofferenza più grande) vi consolerò". Questa è l'opera della salvezza che Dio sempre offre ai suoi figli e che ha compiuto in pienezza in Cristo, per la pace, la gioia, la vita di tutti gli uomini. Lo spirito della lode parte dalla contemplazione delle opere di Dio nel creato: il creato è il primo segno dell'amore di Dio, della sua presenza, della sua gloria. Noi possiamo sviluppare questo senso di lode al Signore per le sue opere, sempre e in particolare in questo periodo dell'estate, quando abbiamo la possibilità di gustare la bellezza delle montagne e del mare e di ogni cosa che è intorno a noi. Possiamo pregare col salmo: Grandi sono le opre del Signore. Venite e vedete le opere di Dio. La lode per le opere del creato giunge fino alla lode per la salvezza: "Sia benedetto Dio: non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia". La lode per quanto ci è dato nella terra e nei cieli ci porta anche alla consapevolezza del rispetto della natura e della salvaguardia del creato. Ci sono oggi molti richiami, anche morali, a questo nella sensibilità della cultura e nella dottrina e nel magistero della Chiesa. Nella nostra vita quotidiana e nelle opinioni e scelte che si possono costruire è importante avere questo rispetto e questo amore per la natura, per il suo sviluppo positivo, per la sua difesa davanti ai tanti pericoli di inquinamento e di distruzione. Nel vangelo viene presentata e sottolineata la missione continua dei discepoli nell'annunciare e costruire il regno di Dio. Il mondo ha bisogno di Dio? Il cuore delle persone ha bisogno di fede, di amore vero, di pace, di salvezza? Gesù coinvolge e manda i 72 discepoli. Oggi manda noi cristiani. Il cristiano non è tale per sé, è tale per gli altri; questa è la sua missione e la sua grandezza: continuare l'opera di Cristo, amare il prossimo, offrire agli altri la luce della fede e il senso della vita, sentirsi in cammino, assieme agli altri, lungo le strade della storia, verso l'eternità. Questo lo sentiamo? lo vogliamo fare? Anche in un periodo come questo dove sembra che i pensieri e le preoccupazioni siano da tutt'altra parte, es. vacanze, ferie, divertimento, viaggi...? Se si sceglie di vivere la missione di discepoli, di cristiani nel nostro tempo e nel nostro ambiente, troviamo nel vangelo alcune indicazioni sorprendenti e molto significative. Prima dell'azione concreta, Gesù li manda due a due e li invita a chiedere operai per il regno. Prima di ogni nostra azione cristiana o di pastorale Gesù indica anche a noi le stesse cose. Due a due: perché siano concordi, si amino e offrano come primo annuncio la testimonianza di volersi bene. Poi la preghiera perché il Signore mandi molti operai per il regno, perché il regno non resti in mano nostra ma si moltiplichi attraverso l'opera di tanti altri, perché tutto è e deve essere del Signore. Anche in questo periodo ci sia la preghiera e l'impegno per le vocazioni e perché ogni cristiano possa vivere con fervore la propria vocazione. Ci sia la preghiera per tanti fratelli cristiani che nel mondo soffrono persecuzione per la loro testimonianza. |