Omelia (09-05-2006)
Eremo San Biagio


Dalla Parola del giorno
Quando Barnaba giunse ad Antiochia e vide la grazia del Signore, si rallegrò.

Come vivere questa Parola?
L'episodio che ci viene proposto dalla prima lettura è ricco di interessanti sollecitazioni. In seguito a una persecuzione, i cristiani cercano rifugio ad Antiochia. Sono dei profughi, quindi in una situazione di disagio e di difficoltà. La fede sembrerebbe pericolosamente minacciata. E invece è proprio grazie a questa circostanza che il Vangelo varca i ristretti confini del mondo ebraico. L'uomo può tentare di ostacolare il disegno di Dio, ma finirà sempre col servirlo. Con S. Paolo si può affermare che "Tutto concorre al bene" quando la meta è Dio e il suo Regno. Ciò si verifica anche dietro le ombre del presente. Per questo non ci è consentito fare i "profeti di sventura". Al contrario, come i primi cristiani, siamo investiti del compito di evangelizzare, con la vita soprattutto, un mondo che sembra voler escludere pesantemente Dio dal proprio orizzonte. Da notare che, ad Antiochia, non furono gli apostoli, ma i semplici fedeli a farsi portavoce di Dio. È un dovere che ci compete in quanto "battezzati". La Chiesa di Gerusalemme, sollecita, manda Barnaba a incoraggiare e sostenere questi fratelli. Non solo non ci sono sciocche rivendicazioni di ruoli e di ambiti, ma ci si preoccupa di farsi sentire vicini, solidali con chi vive momenti di prova, e ci si "rallegra" del bene che altri realizzano. Che importa se il Regno di Dio si afferma per le mie personali qualità, per il mio lavoro apostolico... o per quello di un confratello, o comunque per la testimonianza di altri? È il Regno di Dio che deve affermarsi! È il nome di Gesù che deve raggiungere chi ne è assetato!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi porrò due semplici domande: sento e vivo il dovere di testimoniare la mia fede? So rallegrarmi dei successi degli altri?

Aiutami, Signore, a vivere il momento presente, anche quando appare segnato da negatività, nella serena certezza che la storia è nelle tua mani. E questo alimenti in me l'abbandono in te e l'impegno di testimoniarti.

La voce della fondatrice dei focolari
Il mistero pasquale ci sta a testimoniare che Gesù è Vita che vince la morte, è Luce che rompe le tenebre, è pienezza che annulla il vuoto. Questo è in ultima analisi il cristianesimo, dove la croce è essenziale, ma come mezzo, e la lacrima è foriera di consolazione e la povertà di possesso del Regno: dove la purezza apre il sipario del Cielo e la persecuzione e la mansuetudine preannunziano la conquista dell'eternità e garantiscono l'avanzare della chiesa nel mondo.
Chiara Lubich