Omelia (20-11-2022)
La vera regalità

Ci si concentra spesso e a ragione sul Cristo socialmente impegnato, fautore di prodigi e di opere di misericordia sopratutto a vantaggio degli esclusi e degli emarginati. Correnti di pensiero cattoliche protendono anche per un Gesù Lavoratore, solidale con la classe operaia che funga da alternativa alle devianze comuniste e marxiste; altre auspicano un Cristo liberatore dalla schiavitù e dall'oppressione sociale, che risollevi la sorte di molti popoli. Certamente è vero che Gesù è Dio Verbo fatto carne che ha voluto assumere la nostra natura umana sotto tutti gli aspetti, compreso quello della concretezza di vita su tutti i fronti. Romano Penna afferma che "Dio si è fatto Ebreo", cioè uomo fino all'estremo, capace di integrarsi in un popolo e in una condizione sociale che ha fatto sua propria. Ciononostante, è pur vero che Gesù è sempre Dio e in quanto tale è anche Signore indomito della storia e del cosmo. E così la liturgia odierna voluta da Pio XI nel 1925, che chiude un anno liturgico per introdurne un altro, ci invita a considerare che il Gesù del quale si è riflettuto nel corso dei mesi precedenti, taumaturgo, guaritore, raccoglitore di folle sul quale contano tante persone afflitte e ammalate; il Gesù perentorio nei suoi insegnamenti sul Regno di Dio e sulla sua giustizia, questi è sempre al centro della creazione, del mondo e della storia e ogni cosa si ricapitola in lui. Da Cristo tutto procede e a lui tutto si orienta.
Se Gesù Cristo è Dio, ciò comporta che la sua divinità gli conferisca potere e dominio sul cosmo, di cui è il Primo e l'ultimo (Ap 1, 17) e che tutto ciò che esiste, in cielo e sulla terra, si ricapitoli in lui (Ef 1, 10). Egli in quanto Dio è padrone del mondo. Come Sapienza divina che era presente quando Dio creava il mondo, Gesù è all'origine di ogni cosa e tutto mantiene in essere.
Il concetto di Re in Gesù è vincolato a quello di Messia, che significa Unto. Con l'unzione di olio avveniva nell'antichità il conferimento della carica di un re. Cristo, l'Unto Messia universale è il re invitto e glorioso che si erge su tutte le creature.
Cristo è a buon diritto re dell'Universo. Certamente lo è perché partecipe dell'eternità divina accanto al Padre e allo Spirito Santo e pertanto forte della regalità universale indiscussa: Egli è Dio perché Figlio consustanziale al Padre e allo Spirito Santo.
Ma la sua regalità si rende palese soprattutto nella sofferenza e nella morte di croce e di essa è emblema quella famosa corona di spine, che a sua volta esprime il dolore che comporta questo regnare a vantaggio dell'uomo. Per Cristo regnare è servire e i due concetti equivalgono all'amore. La vera autorità non sarà mai esercitata quando si omettano queste prerogative perché chiunque stia a capo di un gruppo o di una nazione in realtà sta in mezzo a tutti come colui che serve (Lc 22, 26). Quale governo o quale regime di autorità terrena non è preposta alla persecuzione del bene comune e della giustizia? Anche il più spietato dei tiranni e dei dittatori ammette di dover esercitare sul suo popolo un ruolo di responsabilità e di tutela dell'ordine e della giustizia, non importa quali siano i sistemi, ma se questo non si realizza con la convinta volontà di amare e di servire coloro che ci sono sottomessi qualunque regime è destinato a fallire. Qualsiasi autorità è destinata a soccombere a se stessa qualora persegua tutto tranne il bene dei sudditi. Cristo Re Universale di salvezza la cui potestà si evince sulla croce ci dischiude questa possibilità di sicuro successo.