Omelia (27-11-2005)
LaParrocchia.it
State attenti, vegliate

Con questa domenica - prima di avvento - inizia il nuovo Anno Liturgico. In questo versetto sono racchiuse le due verità sulle quali Gesù ci invita a costruire la nostra vita, mentre siamo nella storia:
"State attenti, vegliate".
"Perché non sapete quando sarà il momento preciso".
La seconda verità è a fondamento della prima. Infatti, nessuno sa quando sarà il momento preciso della sua morte. Poiché nessuno conosce l'ora della sua dipartita da questo mondo, deve essere sempre pronto, perché ogni attimo potrebbe essere il suo.
Questa seconda verità ("non sapete quando sarà il momento preciso") non è una verità di ordine metafisico, astratto, di pura rivelazione di un mistero non conoscibile per via di argomentazione, o di logica umana. Questa seconda è di ordine 'esperienziale'. Come ogni giorno ognuno vede che sorge il sole, che al giorno segue la notte e alla notte il giorno, così ognuno vede che veramente la morte bussa dove nessuno l'attende. La morte viene e prende. Neanche bussa alla porta. Se bussasse ognuno, prima di andare ad aprire, avrebbe quell'attimo di preparazione. Invece essa entra senza bussare, senza avvisare, senza far rumore, prende chi deve prendere, lascia chi deve lasciare e vola via per ritornare sempre allo stesso modo.
"Essere attenti" vuol dire non lasciarci prendere di soprassalto, all'improvviso. Noi sappiamo che viene e per questo l'attendiamo.
"Vegliare" è azione proprio della sentinella. La sentinella non dorme perché sa che il nemico potrebbe venire mentre tutti dormono, o sono distratti da altre cose e la rovina sarebbe grande.
Come si sta attenti e come si veglia?
Rimanendo sempre nella Parola di Dio, nei suoi Comandamenti, nelle sue Beatitudini, nella sua Legge, nel suo Vangelo. Il cristiano veglia e sta attento, pone ogni attenzione a vivere in ogni istante tutta la Parola di Dio e di Cristo Gesù. Quando la morte verrà, ci dovrà trovare nella Parola, interamente nella Parola, neanche un gesto, un pensiero, un'azione, deve essere fuori della Parola di Dio e di Cristo Gesù.
Gesù illumina la verità annunziata della non conoscenza della nostra ora con un esempio tratto dalla vita quotidiana: "E' come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare" Una persona che parte per un viaggio e lascia la propria casa dando il potere del governo ai servi, ciò riserva ad ognuno dei servi un proprio compito e una propria responsabilità. Al portiere ordina di vegliare, perché nessun ladro entri in essa per depredarla. La "salvezza e la vita" della casa è tutta in mano dei servi.
Si sa che il padrone ritornerà. Nessuno però sa quando. Impossibile saperlo, prevederlo, poterlo determinare. Se lui giunge all'improvviso e trova i servi addormentati, saprà che la casa è stata esposta ad ogni pericolo. Saprà anche che di essi non si potrà mai fidare. Loro non hanno fatto buona guardia alla casa e ogni ladro avrebbe potuto spadroneggiare, distruggere, rubare, portare via ogni cosa. Della casa loro dovranno rendere conto al padrone in tutto.
Il Signore ha affidato la nostra casa spirituale alle nostre mani, alla nostra saggezza e sapienza, alla nostra fede e carità, alla nostra speranza della vita eterna.
Nel Vangelo secondo Matteo ci viene insegnato come dobbiamo edificare la nostra casa spirituale: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande" (Mt 7,21-27).
Qual è allora la vigilanza, l'attenzione che Cristo Gesù ci chiede?
Quella di rimanere sempre nella sua Parola, nel suo Vangelo, nella sua Verità, nella sua Grazia, nel suo Amore, nella sua Giustizia, nella sua Santità. Il cristiano deve vigilare a che sia e rimanga sempre in Cristo Gesù. Se è sempre in Lui, quando la morte verrà per portarci dinanzi a Dio, ci porterà a Dio essendo noi in Cristo e il giudizio sarà di gloria e di vita eterna. Se invece non saremo in Cristo, saremo nel male, nel peccato, nell'ingiustizia, nella trasgressione dei Comandamenti, il giudizio sarà di infamia e di rovina eterna.
Il giusto giudizio di Dio su ogni azione degli uomini è verità della nostra fede, è Vangelo.