Omelia (27-11-2005)
padre Romeo Ballan
Avvento: tempo propizio per la Missione

Riflessioni
L'inizio di un nuovo anno liturgico è sempre marcato dalla Chiesa con un forte invito alla vigilanza e alla speranza, che sono atteggiamenti caratteristici del tempo di Avvento. Nel nuovo ciclo, che oggi comincia, sarà soprattutto l'evangelista San Marco ad offrirci, domenica dopo domenica, i passi del "Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio" (Mc 1,1). Nel breve passaggio di Vangelo di oggi appare per ben quattro volte il comando di vegliare-vigilare, come condizione necessaria per incontrare il Signore al momento del suo ritorno (v. 35). L'attesa sarà appagata, non resterà un'illusione. Sarà una venuta a sorpresa, ma certa.

La liturgia ci fa vivere nell'attesa del Signore che ritornerà, facendoci rivivere efficacemente la Sua prima venuta nel Natale. È questa, infatti, la forza speciale dei sacramenti della Chiesa, che rendono presenti oggi i misteri cristiani che ebbero luogo nel passato. In questo modo, la storia è pienamente recuperata e diventa storia di salvezza nell'oggi di ogni cristiano. Ma ad una condizione: che l'attesa diventi attenzione al Signore che viene; cioè, preparazione paziente di un cuore ben disposto e purificato. Paolo (II lettura) invitava già i fedeli di Corinto a vivere in attesa vigilante, "mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo" (v. 7), nella certezza che "fedele è Dio" (v. 9), il quale porterà a compimento la sua opera di salvezza.

Soltanto chi ha coscienza della propria fragilità personale e comunitaria, e si apre con umile fiducia a Dio, può implorare e ricevere da Lui la salvezza come dono. Ne dà prova il profeta (I lettura) in una delle più appassionate preghiere bibliche, nate nella sofferenza e umiliazione dell'esilio a Babilonia. C'è la coscienza di aver vagato lontano dalle vie del Signore (v. 17), di essere stati ribelli (v. 4), di essere divenuti, tutti, per il peccato "come cosa impura... panno immondo... avvizziti come foglie... dispersi come il vento... in balia della nostra iniquità" (v. 5.6). Anche in mezzo ad uno squallore così miserabile, il profeta, all'inizio e alla fine della sua preghiera, ha il coraggio di gridare a Dio la sua speranza, invocandolo come Signore, Padre, Redentore (v. 16); lo invita a ritornare per amore dei suoi servi (v. 17), a squarciare i cieli e scendere (v. 19). Finalmente, l'orante si mette come argilla disponibile nelle mani del Padre, che è l'unico capace di darci nuovamente forma (v. 7) ed è desideroso di ri-crearci.

Il profeta presenta un quadro che si addice anche alla situazione attuale dell'umanità: immersa nel male e nel peccato, bisognosa di un Salvatore che venga da fuori, perché l'uomo è incapace di salvarsi da solo. Noi cristiani, che già crediamo in Cristo, attendiamo il ritorno del nostro Salvatore, mentre i non cristiani ? che sono ancora la maggior parte dell'umanità (circa due terzi) ? attendono la Sua venuta, cioè il primo annuncio di Cristo Salvatore. Per tale motivo, l'Avvento è un tempo liturgico assai propizio per risvegliare nei cristiani la coscienza della responsabilità missionaria. Lo raccomandava già il Papa Pio XII quasi 50 anni fa, invitando alla preghiera e all'impegno missionario. *

Vi sono preghiere belle, che possiamo fare nostre in questo tempo liturgico: "Amen. Marana tha! Vieni, Signore Gesù" (Ap 22,20). "Ravviva in ognuno di noi il fuoco della missione, perché con gioia sappiamo proclamare al mondo il tuo amore di Padre".

Parola del Papa
* "Desideriamo che per questa intenzione (missionaria) si preghi di più e con un più illuminato fervore... Soprattutto pensiamo al tempo d'Avvento, che è quello dell'attesa dell'umanità e delle vie provvidenziali di preparazione alla salvezza... Pregate dunque, pregate di più. Ricordatevi degli immensi bisogni spirituali di tanti popoli ancora così lontani dalla vera fede, oppure così privi di soccorsi per perseverarvi".
Pio XII
Enciclica Fidei Donum, 21.4.1957)

Sui passi dei Missionari
- 29/11 e giorni seguenti: Bb. Edoardo Burden (+1588), Giorgio Errington (+1596) e compagni, S. Cutberto Mayne (+1577), Ss. Edmondo Campion (+1581) e compagni, B. Riccardo Langley (+1586) e tanti altri sacerdoti e laici martirizzati in Inghilterra sotto la regina Elisabetta I.
- 29/11: Bb. Dionigi Berthelot e Redento Rodríguez, religiosi carmelitani, fatti schiavi e poi martirizzati dai musulmani (+1638) ad Aceh, nell'isola di Sumatra (Indonesia).
- 30/11: S. Andrea, apostolo, fratello di Simon Pietro. Predicò il Vangelo in Grecia, ove morì crocifisso.
- 1/12: B. Clementina Anuarite Nengapeta (1940-1964), religiosa della R. d. Congo, uccisa a Isiro durante la ribellione dei Simba; è martire della castità e del perdono.
- 1/12: B. Carlo de Foucauld (1858-1916), sacerdote, ucciso a Tamanrasset, nel deserto algerino, da una banda di predoni; è testimone di missione, Eucaristia e dialogo. È stato beatificato il 13.XI.2005.
- 1/12: Giornata Mondiale della lotta contro l'AIDS.
- 2/12: B. Liduina Meneguzzi (1901-1941), religiosa salesia, missionaria, morta a Dire Dawa, in Etiopia.
- 3/12: S. Francesco Saverio (1506-1552), sacerdote gesuita, missionario in India e Giappone, morto nell'isola di Sanciàn, alle porte della Cina. È Patrono principale delle Missioni.