Omelia (24-01-2021)
Michele Antonio Corona
La salvezza non si acquista mai: è dono del Maestro che chiama e ama

Venite gente, accorrete numerosi! Forse è annuncio dimenticato, poiché i mercatini non si fanno più e nelle nostre città lo stile del mercato si è perso. Ricordo bene la prima volta che entrai in un mercato del pesce e mi sentii sopraffatto dalle urla invitanti/esagerate dei venditori. Cercavano di convincermi che il loro banco offrisse la merce migliore, il prodotto più squisito a un prezzo assolutamente straordinario. Quel modo di vendere è tipico dei mercati orientali in cui i venditori non si risparmiano scaramucce che impressionino i possibili compratori e li catalizzino alle loro prelibatezze.

Gesù non fa lo strillone degli anni '20 di questo secolo, né cede alla logica dei tanti predicatori del suo tempo (non ultimi gli stoici), ma presenta se stesso, chiede di credere nella sua persona. Il rapporto richiesto è personale. Non ci sono mostrine o riconoscimenti ufficiali: Gesù si presenta per ciò che è.

Giona era fuggito al primo annuncio e dopo il successo della seconda predicazione si era risentito con la bontà esagerata di Dio. Gesù invece spende tutta la propria vita per difendere la misericordia di Dio, per manifestarla, per esplicitarla a tutti.

Il meraviglioso e profondissimo libretto di Giona ci pone davanti al paradossale desiderio di troppi fanatici credenti: la salvezza è solo loro. Secondo questi intransigenti, nessuno può essere accolto, perdonato, amato, inviato, reso protagonista dell'annuncio e della trasmissione del Regno. Forse, neppure loro, se Dio seguisse questa logica! Gesù, che ha scelto proprio il segno di Giona per parlare del salvifico mistero della sua morte e risurrezione, spende tutta la propria esistenza per annunciare il regno di Dio, che non è promesso ma già realizzato nella sua persona. Non c'è più da aspettare, non si deve cincischiare o temporeggiare. È tempo della decisione, della scelta definitiva, della totalità.

Paolo nella II lettura ci esorta a fare tutto come se non fosse. Non si tratta di esortare a una realtà di fantasia o a una situazione virtuale, bensì a vedere oltre. È necessario oltrepassare il semplice sguardo umano per adottarne uno a infrarossi. Nella strategia militare ci siamo dotati di questa tecnologia, e nella vita spirituale? Quando nelle fiere qualcuno ci prospettava un prodotto innovativo e ne faceva la dimostrazione, ne rimanevamo talmente meravigliati da acquistarne subito uno. Perché il vangelo - che non ci viene né venduto né propinato da un qualsiasi venditore - non si può comprare, non si può acquisire, non si può incamerare senza mettere in campo tutta la propria esistenza.

Con la confidenza che abbiamo oggi con le tecnologie, potremmo più facilmente capire che se il router non riceve un segnale buono non riesce neppure a trasmettere. Abbiamo bisogno di riconoscere il grado in cui riusciamo a trasmettere l'annuncio di Gesù, dopo averlo ricevuto noi per primi.

Saperci amati è la radice di tutto! E l'amore non si vende al mercatino.