Omelia (20-05-2018)
padre Antonio Rungi
Il vento silenzioso dello Spirito che spira su di noi

La solennità di Pentecoste, a 50 giorni dalla celebrazione della Pasqua, ci riporta nel cenacolo dove gli undici apostoli scelti per primi con l'integrazione di Mattia scelto per reintegrare il numero di 12, dopo la defezione di Giuda Iscariota, insieme a Maria, sono in attesa del promesso Spirito Consolatore che Gesù aveva anticipato di inviare, dopo la sua ascensione al cielo.


Gli Atti degli Apostoli ci raccontano ciò che avvenne in quel momento ed anche subito dopo, avendo lo Spirito Santo lasciato un'evidente traccia della sua discesa, con un rumore ben decifrabile. Infatti "a quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?».

Il miracolo della Pentecoste si era ormai compiuto: l'unificazione dell'umanità in un solo grande progetto di amore, comprensione, dialogo, fraternità.


Da qui parte la chiesa della missione e in missione per portare l'annuncio della gioia e della salvezza in ogni angolo della terra. San Paolo della seconda lettura di oggi, tratta dalla sua lettera ai Galati, ci illustra il cammino spirituale che il cristiano è chiamato a percorrere in ascolto dello Spirito Santo. Egli raccomanda di camminare secondo lo Spirito per non tendere a soddisfare il desiderio della carne. Questi desideri sono contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda. Se, invece, il cristiano si lascia guidare dallo Spirito, non sarà sotto la Legge.

Del resto -precisa l'Apostolo - sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste l'Apostolo ammonisce chi le compie non erediterà il regno di Dio.

In contrasto con una mentalità mondana e materialistica c'è quella di corrispondenza allo Spirito Santo, i cui frutti sono eccellenti, diversificati, belli e saporiti da gustare nell'intimo del cuore, come l' amore, la gioia, la pace, la magnanimità, la benevolenza, la bontà, la fedeltà, la mitezza, il dominio di sé.

Nove doni citati, ma sono infiniti i doni che lo Spirito Santo suscita nel cuore di tutti, in quanto il vento dolce dello Spirito riempie tutta la terra.


Gesù aveva preparato il gruppo degli apostoli a questa accoglienza dicendo con cognizione di causa, che «quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio".

Uno Spirito, quello del Signore che conferma la fede degli apostoli e li sosterrà nel loro ministero di portare il vangelo della vita e della grazia in ogni parte del mondo.

Si tratta dello Spirito della verità, che guiderà gli apostoli a conseguire la pienezza della verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e annuncerà le cose future.

Lo Spirito Santo noi lo abbiamo ricevuto nel Battesimo e nella Cresima e oggi immersi, mediante la grazia santificante, nel mistero trinitario del Padre, Figlio e Spirito santo, noi camminiamo in santità di vita.

Una santità che passa attraverso l'invocazione continua dello Spirito, perché mandi a noi dal cielo un raggio della sua luce, sia nostro dolcissimo sollievo e nella fatica sia il sicuro riposo, nel caldo il refrigerante riparo, nel pianto il vero conforto.


A Lui, luce beatissima, chiediamo che pervada l'intimo del nostro cuore, ci dia la forza necessaria per combattere il male e il peccato, ci purifichi da tutto ciò che non rispecchia lo splendore della gloria di Dio, rendendo la nostra vita più docile all'azione dello Spirito di verità, superando la durezza dei nostri cuori e dei nostri bassi sentimenti, nella speranza di raggiungere il punto conclusivo della nostra vita, con il passaggio all'eternità, facendo una santa morte per essere accolti nella pace del Regno eterno della Santissima Trinità.

Allo Spirito Santo ci rivolgiamo con questa mia umile e semplice preghiera:

Spirito di verità, guidaci al possesso dei beni eterni, mediante quella grazia santificante che doni ai fedeli nei sette sacramenti.

Spirito d'amore insegnaci a guardare le persone e il mondo con gli stessi occhi misericordiosi di Dio Padre e di Gesù Cristo, redentore dell'umanità.

Spirito della gioia, allontana da noi le tenebre del peccato e della tristezza dell'anima ed aiutarci a confidare pienamente nella salvezza eterna.

Spirito dell'unità e della diversità, donaci la consapevolezza che nella pluralità dei carismi si costruire l'armonia e la sinergia tra noi e Dio.

Spirito che tutto sai e puoi, ascoltaci ed esaudiscici in queste nostre umili e semplici preghiere e richieste che ti rivolgiamo in questo giorno della tua discesa su di noi. Amen.