Omelia (23-08-2017)
Movimento Apostolico - rito romano
Non posso fare delle mie cose quello che voglio?

Le regole del regno dei cieli non sono stabilite dall'uomo. A nessun uomo è stato dato questo potere. Esse sono tutte date dal Signore, da Dio e da nessun altro. Non solo vengono dal cielo, ma sono anche immodificabili in eterno. Anche le modalità della loro applicazione nel tempo, lungo il corso dei secoli, deve venire dallo Spirito Santo. Nelle Spirito le regole si conoscono, nello Spirito si insegnano, nello Spirito si applicano. Chi è senza lo Spirito del Signore, nel quale è obbligato a crescere di giorno in giorno, sempre sostituirà la volontà di Dio con la propria e le regole divine con precetti umani. È questo il rimprovero che il Signore rivolge al suo popolo per mezzo di Isaia. Ripreso tutto da Cristo Gesù e rivolto agli scribi e ai farisei che sempre lo contrastavano.
Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani, perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l'intelligenza dei suoi intelligenti». Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro piani, a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: «Chi ci vede? Chi ci conosce?». Che perversità! Forse che il vasaio è stimato pari alla creta? Un oggetto può dire del suo autore: «Non mi ha fatto lui»? E un vaso può dire del vasaio: «Non capisce»? Certo, ancora un po' e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d'Israele. Perché il tiranno non sarà più, sparirà l'arrogante, saranno eliminati quanti tramano iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla (Is 29,13-21).
La prima regola del regno dei cieli vuole che in esso si entri per chiamata. Tutta la storia della salvezza da Noè fino a Cristo Gesù è per chiamata. Tutta la vita di Gesù fu una missione per chiamare. Tutta la storia della Chiesa deve trasformarsi in un andare per il mondo a chiamare perché si entri nel regno di Dio. Se la Chiesa non chiama, il regno muore ed essa stessa muore. Essa esiste per chiamare sempre. Chiama, è Chiesa di Cristo Gesù. Non chiama, non è Chiesa di Gesù Signore. La missione è essenza della vita di Cristo, deve essere essenza della vita della Chiesa.
La seconda regola del regno annunzia l'insindacabile azione del Signore nel retribuire coloro che hanno accolto l'invito e sono andati a lavorare nella sua vigna. La volontà di Dio nel dare ministeri, carismi, responsabilità, missioni particolari, retribuzione finale è solo dalla sua eterna sapienza. La mente umana mai potrà entrare in questo mistero.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci le regole del regno.