Omelia (13-11-2016)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su 2Ts 3,7-12

«Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità».

2Ts 3,7-12


Come vivere questa Parola?

Paolo c'insegna a coniugare bene, dentro la nostra vita, la preghiera e il lavoro quotidiano come sono quotidiani i pasti che ci danno sostentamento.

È bello che la sua esortazione prenda le mosse dal suo stile di vita che equivale a far tutto non solo per il Signore, ma con Lui, insieme a Lu, in Lui.

Leggiamo poco sopra a questo testo una perentoria asserzione: "Chi non vuole lavorare, neppure mangi". Il testo originale e greco accosta due parole con la stessa radice rendendole così: "Faccendoni che in realtà non fanno nulla".

Molte forte anche nella sua sfumatura umanistica questa espressione paolina! "Lo stile è l'uomo" ha detto un famoso pensatore. Qui, più che mai, paolo rivela il suo stile di uomo capace di armonizzare la pace, cosa tipica in chi pratica la priorità della preghiera, con il lavoro quotidiano.

Fin dal più lontano passato, con Paolo e altri credenti il cristianesimo ha dunque promosso il lavoro in tutte le sue espressioni e ambiti: da quello del contadino, a quello del tessitore (quello di S. Paolo) a quello dello scienziato.

Mai però un lavoro frenetico che distrugge l'uomo e la sua salute, fisiopsichica spirituale; piuttosto un lavoro compiuto nella pace, quella di cui nel Vangelo leggiamo: "Pace agli uomini che Dio ama".


Signore rendimi attento, perspicace e volitivo nel lavoro. Dammi di compiere in Te con cuore di Pace.


La voce di Papa Francesco

Preghiera e azione siano sempre profondamente uniti. Se una preghiera non porta ad azione concreta per un fratello povero, malato, bisognoso di aiuto, è una preghiera sterile e non concreta. Allo stesso modo se si dà troppo peso alle funzioni e si dimentica alla centralità di Cristo non dando spazio alla preghiera si rischia di non fare bene. San Benedetto riassumeva questo in due parola "ora et labora", bisogna saper vivere e portare la parola di Dio, il nostro lavoro e le opere di carità ci portano al Signore».

21.04.2013


Sr Maria Pia Giudici FMA - [email protected]