Omelia (16-10-2016)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Lc 18,1-8

Fra le letture di questa domenica sono le ultime parole del Vangelo a stimolare la nostra riflessione: ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? Questa domanda lascia sconcertati e interroga in profondità il nostro animo su come fare a mantenere viva la fede: se addirittura Cristo dubita, che cosa possiamo fare noi? Noi poveri cristiani che conosciamo alti e bassi nella nostra relazione con Dio siamo stati dunque investiti di generazione in generazione di un compito così importante ed essenziale? È evidente che la risposta dipende dall'uomo, da quanto ognuno di noi considera importante e interessante avere a che fare con Dio.

Come si può gestire la relazione con Dio e mantenere viva la nostra fede? Vengono in aiuto le letture complete di questa domenica, che ci indicano gli atteggiamenti e gli strumenti necessari per dare risposta a questa domanda. Servono dunque:


- la preghiera. Anche se noi non lo vediamo Egli ci parla attraverso le sue opere, di questo ne siamo consci. La preghiera è il nostro modo di riconoscerlo e di entrare in relazione con lui. È richiesta la nostra piena partecipazione e totale coinvolgimento, per questo è più semplice e spontaneo pregare quando siamo in difficoltà o ci sentiamo profondamente coinvolti da qualcuna delle nostre vicende umane: la nostra preghiera diventa tanto più intensa e partecipata, quanto più ci sentiamo incapaci e impotenti di fronte alle cose della vita. Lo sapeva e ne era certo Mosè quando invita Giosuè a dar battaglia, sicuro che l'aiuto di Dio si sarebbe manifestato. Egli stesso, rimanendo fuori dal campo di battaglia e salendo in alto per essere più "vicino" a Dio, si fa preghiera viva e partecipa con tutto il suo corpo a sostenere questa invocazione di aiuto, che non rimane inascoltata. Non è solo, ma venne sorretto e supportato fino alla fine della giornata nel condividere la fatica e l'emozione di quel momento da Aronne e Cur, come se tutto il popolo, tutta la comunità fosse in quel momento con lui. Coinvolgere altri, ed essere coinvolti da un altro, rende più forte la preghiera.


- la costanza. Come nelle relazioni umane più intense non basta essere superficiali, opportunisti e interessati, ma è necessaria la conoscenza, la frequentazione e il reale interesse per l'altro. Bisogna dunque aggiungere la dimensione del tempo alla relazione con Dio, cosa che costa a noi fatica, ma che è fondamentale perché nei tempi buoni rischiamo di dimenticarci di Lui. Mosè conobbe la stanchezza del suo essere preghiera vivente e si fece aiutare da Aronne e Cur a sostenere questo incarico. Anche a noi può capitare di sentirci stanchi o di essere semplicemente distratti dalle vicende della nostra vita e di passare Dio in secondo piano. La nostra preghiera quotidiana e la partecipazione all'Eucarestia domenicale servono a mantenere viva nel tempo la nostra relazione con Lui, a cercarlo e conoscerlo attraverso le Scritture e la Parola, rinnovando il nostro interesse.


- la giustizia. Dio ama e ascolta coloro che sono giusti e agiscono con giustizia. Dobbiamo imparare ad essere giusti, cioè ad agire con amore cercando di vedere gli altri e le situazioni con lo sguardo di Dio. La Parola ci aiuta a distinguere e ad imparare a scegliere. Anche la nostra preghiera deve essere giusta. Questo forse è il motivo per cui a volte ci sembra di non essere ascoltati: la nostra richiesta non è giusta oppure non abbiamo compreso che il piano di Dio su di noi è diverso. La vedova del vangelo supplica il giudice ed ottiene ascolto da lui sia perché "disturba" il suo quieto vivere, sia perché egli sa che la causa è giusta e che se non le desse soddisfazione ella tornerebbe alla carica con maggiore veemenza.


- la Parola. Gesù è il nostro esempio e la nostra guida. Egli ci ha insegnato come pregare, che cosa sia la giustizia ed ha dedicato la sua vita a seguire la volontà del Padre, fino all'estremo sacrificio. San Paolo indica la strada: cercare, conoscere la Scrittura e la Parola, insegnarla, diffonderla perché attraverso di essa si educhi alla vera giustizia e rimanere saldi in quel che si crede.


Per riflessione personale e di coppia:

- Come vivo la mia relazione con Dio, attraverso la preghiera? Quali momenti della mia giornata o della mia settimana riesco a dedicare a Lui "in esclusiva"?

- Gli sposi cristiani ben conoscono la fatica e la bellezza del "tutti i giorni della mia vita": come ci aiutiamo a vicenda nel mantenere con costanza la nostra relazione con Dio? Riusciamo a pregare insieme?

- Come e quando mi sento di agire con giustizia? Quale differenza c'è tra l'essere "buoni" ed essere "giusti"?


Giuliana e Giacomo Mussino di Torino