Omelia (06-08-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Lc 9,28b-36

Nel cuore dell'estate celebriamo la splendida festa della trasfigurazione. Un sei agosto esplose la prima bomba atomica. Un sei agosto, con discrezione, un papa timido, Paolo VI, tornò al Padre. Questo sei agosto vogliamo ancora fissare lo sguardo sulla bellezza di Dio.


Dio è bellissimo. Farne esperienza è quanto di più straordinario possa accadere nella vita di un uomo. Dio è bellissimo: ne fanno esperienza i tre che salgono sulla verde collina di Galilea. Il nostro mondo ha bisogno urgente di bellezza: ne hanno bisogno le nostre grigie e anonime periferie. Ne ha bisogno la nostra anima, nutrita di bellezza. Bellezza che non è una questione estetica ma di armonia assoluta: ciò che è sommamente bello è anche sommamente buono, vero e giusto. La verità del vangelo ci stupisce e ci affascina e ci spinge ad immaginare un mondo diverso, nuovo, dove Dio è l'orizzonte di riferimento. È bellissimo, Dio. Il nostro cristianesimo, purtroppo, ha accantonato questa semplice verità, facendo prevalere altri aspetti nella nostra appannata predicazione (è giusto credere in Dio, è doveroso...). La trasfigurazione rimette le cose in ordine: se crediamo nel Dio che Gesù è venuto a raccontare è perché abbiamo scoperto che non esiste nulla di più bello. Più bello della più bella gioia che possiamo sperimentare, di un innamoramento, di una passione, di un'emozione, credere è il gesto più importante che possiamo fare.