Omelia (15-07-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 10,34 - 11,1

È una spada la presenza del Signore, una lama che ti squarcia l'anima, che ti inquieta, che ti impedisce di stare tranquillo. È una spada, non un calmante, non una tisana alla camomilla, non un inutile soprammobile. Cosa ne abbiamo fatto della nostra fede? Cosa è diventata l'abitudine di essere cristiani? Vediamo ogni giorno la contraddizione di una fede che langue, che ancora frequenta le chiese ma che non contagia la vita, che cerca Dio ma adattandolo alle proprie piccine visioni. È una spada, richiede una battaglia continua contro il nostro uomo vecchio. È una spada perché Gesù pretende di essere più della più grande gioia che possiamo vedere, di poter colmare il cuore come quando ci innamoriamo o prendiamo fra le braccia i nostri figli. Perché è lui la sorgente di ogni amore e di ogni paternità. È fuoco l'incontro con Dio, che divora e illumina, che consuma e spaventa, che riscalda e distrugge le nostre resistenze. In questo anno della fede abbandoniamo i bassi profili, smettiamola di rincorrere i compromessi e osiamo diventare santi come Cristo ci vede e ci chiama ad essere!