Omelia (29-12-2013)
mons. Antonio Riboldi
La Sacra Famiglia, subito alla prova

Sembra proprio che la famiglia, oggi, sia nel mirino di chi la vorrebbe o correggere o distruggere.
Si preferisce non parlare più di un vincolo indissolubile, come è l'amore nel sacramento del matrimonio, ma esaltare ?un amore senza controlli burocratici', andando ?dove ti porta il cuore',...troppe volte ?allo sbaraglio', come molte situazioni, a volte anche tragiche, dimostrano!
Infatti sappiamo tutti che l'amore non è un bene commerciabile, che può indifferentemente passare da un acquirente all'altro, ma ha bisogno di crescere e farsi prendere la mano dall'infinito, che è la sua natura, superando le inevitabili prove. Un vero amore, voluto e scelto, fondato sul sacramento, trova sempre la forza che Gesù, presente, assicura.
Non ho mai visto tanta serenità, tanto affetto, che superano la brevità del tempo in cui si vive insieme, come in matrimoni che celebrano le nozze d'argento, o d'oro e, a volte, di platino!
Oggi, sarà la mancanza di una vera formazione interiore, che ha come ingoiato i grandi valori, indissolubilmente legati alla capacità di amare, come la fedeltà, la gioia di fare della vita un dono, sarà il relativismo, il ?mondo', sarà quello che vogliamo, ma l'amore non è più ?l'alito di Dio' in noi, ma si dà il nome di ?amore' ad una merce ?usa e getta'.
È quello che piace al nostro mondo consumistico, ma mette a rischio la stessa civiltà.
Tutte le famiglie dovrebbero pensare bene a questo, chiudendo la porta del cuore alla ?grancassa' di chi predica un ?tale amore'.
C'è in atto uno scontro tra fedeltà nell'amore, che assicura felicità e santità, e una ?falsa libertà' nel rapporto, che può solo generare confusione e tanto, ma tanto, dolore.
La Chiesa, dopo aver celebrato il Natale di Gesù, celebra oggi la festa della Sacra Famiglia.
L'amore, per sua natura, crea altro amore e, nella famiglia, questa continuità o ?incarnazione dell'amore', siamo proprio noi: i figli.
È anche vero che la famiglia, come ogni persona, conosce gioie e sofferenze. Ogni famiglia sa bene che l'attendono numerose prove. Come è accaduto anche alla famiglia di Gesù.
Proprio il Vangelo di oggi ce ne offre un esempio:
"I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: ?Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo'. Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: ?Dall'Egitto ho chiamato mio figlio'.
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: ?Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nella terra d'Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino'. Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d'Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: ?Sarà chiamato Nazareno'." (Mt. 2, 13-23)
Fa davvero impressione come subito la Sacra Famiglia abbia conosciuto la cattiveria umana - generata dal timore che ?il bambino' potesse togliere il ?potere'! - e sia stata costretta ad una fuga durissima, dalla Giudea verso l'Egitto, attraverso il deserto, non avendo dove alloggiare: una sofferenza che ancora oggi tanti vivono, senza aiuti e anche sfruttati!
Ma quel Bambino celeste non era venuto, e non è tra noi, per un confronto con il potere umano, che scatena guerre, provoca stragi e carneficine, o con altri idoli del mondo. È venuto nella povertà ed insicurezza, che è di tanti oggi: vero uomo ?che conosce il nostro patire'.
Paolo VI, visitando Nazareth, il 5 gennaio 1967, così esortava le famiglie:
"Nazareth è la scuola in cui si è iniziato a comprendere la vita di Gesù, scuola del Vangelo. Vi si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa tanto umile, semplice manifestazione del Figlio di Dio. Forse si impara quasi insensibilmente ad imitare la lezione di silenzio.... O silenzio di Nazareth, insegnaci il raccoglimento, l'interiorità. Dacci la disposizione ad ascoltare le buone ispirazioni e le parole dei veri maestri. Insegnaci la necessità del lavoro, dello studio, della meditazione, della vita interiore personale, della preghiera, che Dio solo vede nel segreto. Nazareth ci insegni che cosa è veramente la famiglia, la sua comunione di amore, il suo carattere sacro e inviolabile. Impariamo da Nazareth come è dolce e insostituibile la formazione che essa dà. Impariamo come la sua funzione sia all'origine e alla base della vita sociale".
In questa festa della Sacra Famiglia preghiamo per tutte le famiglie, a cominciare da quelle che soffrono o sono in difficoltà, con le parole di Papa Francesco:
Gesù, Maria e Giuseppe, a voi, Santa Famiglia di Nazareth, oggi volgiamo lo sguardo con ammirazione e confidenza; in voi contempliamo la bellezza della comunione nell'amore vero; a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie, perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia.
Santa Famiglia di Nazareth, scuola attraente del santo Vangelo: insegnaci a imitare le tue virtù con una saggia disciplina spirituale, donaci lo sguardo limpido che sa riconoscere l'opera della Provvidenza nelle realtà quotidiane della vita.
Santa Famiglia di Nazareth, custode fedele del mistero della salvezza: fa' rinascere in noi la stima del silenzio, rendi le nostre famiglie cenacoli di preghiera e trasformale in piccole Chiese domestiche, rinnova il desiderio della santità, sostieni la nobile fatica del lavoro, dell'educazione, dell'ascolto, della reciproca comprensione e del perdono.
Santa Famiglia di Nazareth, ridesta nella nostra società la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, bene inestimabile e insostituibile. Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di pace per i bambini e per gli anziani, per chi è malato e solo, per chi è povero e bisognoso.
Gesù, Maria e Giuseppe voi con fiducia preghiamo, a voi con gioia ci affidiamo.