Omelia (10-09-2012)
Movimento Apostolico - rito romano
C'era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata

Dio ha affidato se stesso, la sua parola, ogni suo dono di grazia e di verità all'intelligenza santa dell'uomo. Lui può conoscere il bene e il male, a condizione che il peccato non eclissi la sua sapienza e il male non ne oscuri la saggezza.

Ascoltami, figlio, e impara la scienza, e nel tuo cuore tieni conto delle mie parole. Manifesterò con ponderazione la dottrina, con cura annuncerò la scienza. Quando il Signore da principio creò le sue opere, dopo averle fatte ne distinse le parti. Ordinò per sempre le sue opere e il loro dominio per le generazioni future. Non soffrono né fame né stanchezza e non interrompono il loro lavoro. Nessuna di loro urta la sua vicina, mai disubbidiranno alla sua parola. Dopo ciò il Signore guardò alla terra e la riempì dei suoi beni. Ne coprì la superficie con ogni specie di viventi e questi ad essa faranno ritorno. Il Signore creò l'uomo dalla terra e ad essa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell'uomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Ricevettero l'uso delle cinque opere del Signore, come sesta fu concessa loro in dono la ragione e come settima la parola, interprete delle sue opere. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d'intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male. Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita, affinché riconoscessero che sono mortali coloro che ora esistono. Stabilì con loro un'alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo. (Sir 116,24-17,14).

Gesù, luce pienissima di verità, grazia santissima di amore e ci carità, è immerso in un mondo di peccato, di conseguenza si trova a vivere in mezzo ad uomini privi di ogni intelligenza, sapienza, vera saggezza, incapaci di discernere ciò che è giusto, attaccati ad una legge interpretata da un cuore che è torpido come il grasso.

La Legge del Signore mai potrà essere contro l'uomo. Essa è per il suo più grande bene. Anzi, essa è la vera Legge del vero bene. Tutte le altre leggi indicano un bene che non sempre è il vero bene dell'uomo. Ogni mediatore della Legge mai si dovrà fermare alla sua lettera. Dovrà sempre leggerla e interpretarla con lo Spirito del Signore che abita in lui. Il peccato estingue lo Spirito di Dio e il mediatore manca del vero Ermeneuta, del vero Esegeta, del vero Interprete che possa dirgli in ogni momento la volontà di Dio contenuta nello scritto della Legge. Il peccatore non solo non sa leggere secondo verità la Legge di Dio, si oppone ad ogni vera lettura e per riuscire nel suo fine malvagio si allea con gli altri peccatori nella ricerca di fare del male a colui che gli ha mostrato la verità di ogni Parola di Dio. È questa la grande tristezza prodotta dal peccato: non si vuole il bene vero per sé, lo si vuole oscurare per gli altri.



Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni peccato.