Omelia (02-09-2012)
padre Ermes Ronchi
Gesù Cristo è il cuore felice della vita

Gesù si mostra durissi­mo contro il rischio di una religione esterio­re. Veniva da villaggi e cam­pagne dove il suo andare era come un bagno dentro il do­lore. Dovunque arrivava, gli portavano i malati, mendi­canti ciechi lo chiamavano, donne di Tiro e Sidone cer­cavano di toccargli almeno la frangia del mantello, almeno che la sua ombra passasse come una carezza sulla loro umanità dolente. E ora gli chiedono di tradizioni, di mani lavate o no, di abluzio­ni di stoviglie, di formalismi vuoti! Ed ecco che Gesù i­naugura la religione del cuo­re, la linea dell'interiorità. «Non c'è nulla fuori dall'uo­mo che entrando in lui possa renderlo impuro. Sono le cose che escono dal cuore dell'uo­mo a renderlo impuro». Gesù scardina ogni pregiudizio cir­ca il puro e l'impuro, quei pregiudizi così duri a morire. Rivendica la purezza di ogni realtà vivente. Il cielo, la ter­ra, ogni specie di cibo, il cor­po dell'uomo e della donna sono puri, come è scritto «Dio vide e tutto era cosa buona». E attribuisce al cuore, e solo al cuore, la possibilità di ren­dere pure o impure le cose, di sporcarle o di illuminarle.
Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Il grande pe­ricolo è vivere una religione di pratiche esteriori, emozio­narsi per i grandi numeri, i milioni di pellegrini..., amare la liturgia per la musica, i fio­ri, l'incenso, recitare formule con le labbra, ma avere «il cuore lontano» da Dio e dai poveri. Dio non è presente dove è assente il cuore. Ma il ritorno al cuore non basta. Ci guardiamo dentro e vi tro­viamo di tutto, anche cose delle quali ci vergogniamo: dal cuore vengono le inten­zioni cattive, prostituzioni, o­micidi, adulteri, malvagità...
un elenco impressionante di dodici cose cattive, che ren­dono impura la vita. C'è bi­sogno di purificare la sor­gente, di evangelizzare le no­stre zone di durezza e di e­goismo, guardandoci con lo sguardo di Gesù: il suo sguar­do di perdono sulla donna a­dultera, su Maria Maddale­na, su Pietro pentito, sguardo che trasforma, che ci fa ab­bandonare il peccato passa­to e ci apre a un futuro buo­no. Non sono le pratiche esteriori che purificano, è più facile lavare le mani che la­vare le intenzioni. Occorre lo sguardo di Gesù. Allora ca­dono le sovrastrutture, le e­steriorità, le disquisizioni vuote, tutto ciò che è casca­me culturale, «tradizione di uomini». Che aria di libertà con Gesù! Apri il Vangelo ed è come una boccata d'aria fresca dentro l'afa dei soliti discorsi. Scorri il Vangelo e passa l'ombra di una peren­ne freschezza, un vento creatore che ti rigenera, che apre cammini, perché con Cristo sei tornato al cuore felice del­la vita.