Omelia (24-06-2012)
don Luciano Cantini
La novità del nome

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.
Quando Zaccaria, sacerdote della classe di Abia, si trovò per sorte, nel tempio per l'incenso ricevette la buona notizia (Lc1,5): la sua preghiera, quella che come sacerdote stava facendo per tutto il popolo, era stata esaudita. Il tempo aveva raggiunto la sua pienezza, Dio, ancora una volta si era chinato sul suo popolo. Ed ecco gli nascerà un figlio nella sua vecchiaia e nella sterilità, perché Dio manifesta la sua potenza ed il suo amore. Ma l'incredulità degli uomini è maggiore e a quell'uomo fu chiusa la bocca; il suo silenzio era paradigmatico delle inutilità di tante parole, di tante preghiere che avevano ormai perso lo spirito e l'anima.

«Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome»
Sembra impossibile, ma l'uomo è refrattario a tutti cambiamenti, alle svolte della vita. Cerca l'ultima novità nell'ambito della tecnologia, della moda, della filosofia; è tentato da tutto quello che sembra essere trasgressione ma in fondo rimane sempre un tradizionalista, non riesce ad uscire dall'alveo di un percorso che sembra sia tracciato da sempre e che gli offre certezze e sicurezze. Poi a guardare bene sembra più attratto dalla consuetudine delle forme piuttosto che dalla sostanza. Nel campo religioso la cosa si fa più evidente quando si ricercano le forme di devozione, o i paramenti di un tempo mentre per le scelte personali si seguono altre filosofie e altre idee.

«Giovanni è il suo nome»
Quando Zaccaria accoglie il nuovo come "dono di Dio", gli si scioglie la lingua ed esce dalla sua condizione di mutismo: lo attraversa una lode nuova che sa guardare con sapienza all'opera già compiuta da Dio e che la tradizione ha conservato con cura, e contemporaneamente alla certezza del futuro di un sole nuovo che sta sorgendo per illuminare le genti.
Tutti provarono meraviglia e tutti furono presi da timore, ma tutti custodirono tutte queste cose in una tradizione che costantemente si rinnova e cresce di nuovi doni e di nuova grazia. Siamo noi questi tutti capaci ancora di accostarci con timore e meraviglia all'opera di Dio, di riconoscerla in questo nostro tempo e custodirla perché sia maestra per il futuro e pegno per nuove meraviglie?

Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Ci saremo potuti aspettare che il figlio di Zaccaria, sacerdote del Tempio nella classe di Abia, fosse stato avviato al servizio sacro secondo la tradizione della sua nascita, ma fortificato nello spirito sceglie di vivere in regioni deserte, lontano dal frastuono di tante liturgie diventate inutili, dal sangue degli olocausti che da sempre Dio dice di non volere (Os 6,6). E quando al Giordano predicherà un battesimo di conversione ed indicare una via nuova susciterà la rabbia di chi vuole mantenere, falsamente, le tradizioni di un tempo ed il potere del suo oggi.

La storia corre velocemente lungo i secoli ma lo spirito della miseria umana rimane sempre lo stesso.