Omelia (25-03-2012)
Gaetano Salvati
Dio compromesso per l'uomo

Le parole di Davide: "crea in me, o Dio, un cuore puro" (Sal 50,12), predispongono il credente ad accogliere la salvezza realizzata con la morte di Gesù, e gettano luce sul comportamento "nuovo" che la creatura redenta è chiamata a realizzare nella vita.
San Giovanni narra del sacrificio di Cristo quale "ora" (momento) della sua gloria e manifestazione delle intenzioni di Dio per l'uomo: rimanere coinvolto nelle vicende umane per salvare e per rendere partecipe la creatura della stessa vita divina. L'amore incondizionato per noi viene annunciato da Gesù nella piccola parabola contenuta nel Vangelo: "il chicco di grano caduto in terra" (Gv 12,24), è il Figlio di Dio divenuto carne umana per rendersi prossimo a noi; è il Maestro che, per raddrizzare i cuori deviati dal peccato, non ha esitato (non esita) ad insegnare la verità; è il Salvatore che, per ridare la dignità persa con il peccato, ha guarito (guarisce) i sofferenti nel corpo e nello spirito. Questo chicco di grano, il Signore della vita, morto per noi e che "produce molto frutto", vale a dire, la possibilità di riconoscere Dio negli affanni del mondo e nel volto dei fratelli, per contemplare, un giorno, la Gloria del cielo, non ha rifiutato di abbandonarsi alla volontà del Padre. L'ora suprema della croce, quindi, rivela fino a che punto la nostra salvezza, vero inizio di un'esistenza in Lui, comprometta Dio con "grida e lacrime" (Eb 5,7). Ma, la novità dell'alleanza stipulata con il sangue dell'Innocente viene resa efficace solamente mediante la sua piena interiorizzazione. Infatti, dopo aver parlato del Suo sacrificio a favore dell'uomo, il Maestro si rivolge direttamente al discepolo (a tutti i discepoli): "chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita la conserverà per la vita eterna" (Gv 12,25), cioè solamente dopo aver liberato il cuore dagli egoismi per aprirsi all'amore totale, il cristiano non mancherà all'appuntamento con la sua "ora", momento in cui accetta di ricominciare a vivere quale seme di Dio nella storia del mondo, testimone dell'Altro. Ora, è possibile comprendere il senso delle parole di Gesù: solo quando si ama Dio e, in Lui, amati come creature nuove, abbiamo la forza di stare dietro il Signore: "se uno mi vuole servire, mi segua" (v.26). In questa dolce intimità con Gesù, senso della sequela, l'uomo, trasformato nel suo cuore in creatura nuova, adatto ad amare, riuscirà a vivere, nel quotidiano, la forza liberatrice di Cristo: gioirà per la felicità dei fratelli, consolerà le sofferenze dei bisognosi; proclamerà con la sua "nuova" vita che l'amore di Dio è l'unica certezza nell'oceano del dubbio. Amen.