Omelia (24-12-2006)
don Romeo Maggioni
Il bambino che avrai sarà chiamato Figlio di Dio - speciale rito ambrosiano ~ Divina Maternità della B. V. Maria

2Sam 7,1-5.8-12.14-16 - Rm 16,25-27 - Lc 1,26-38

Un giorno Davide, che si era insediato in Gerusalemme e vi aveva costruito il suo palazzo, pensò: "Io abito in una casa di cedro, mentre l'arca di Dio sta sotto una tenda". E decise di costruire una casa - un tempio - anche per Dio. Ma quella stessa notte il profeta Natan gli disse: "Il Signore farà a te una casa; assicurerà dopo di te la tua discendenza e renderà stabile il suo regno".
Non l'uomo fa la casa a Dio, ma Dio decide di prendere Lui dimora tra gli uomini, per sua iniziativa, svelando finalmente "il mistero taciuto per secoli eterni, ma ora rivelato e annunziato, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti perché obbediscano alla fede" (II lett.). E' il mistero dell'Incarnazione che oggi iniziamo a vivere contemplandolo nella sua fase iniziale in Maria, vergine e madre di Dio.

1) MATERNITA' VERGINALE

Un dato storico sorprendente si impone all'inizio del vangelo: che la vergine Maria, questa ragazza di quindici anni fidanzata a Giuseppe, rimanendo vergine, concepisce e dà alla luce un figlio, Gesù! L'evangelista Matteo raccoglie le confidenze di Giuseppe, il diretto interessato, e narra la sua sorpresa e il suo dramma: "Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, decise di ripudiarla in segreto" (Mt 1,18-19). Giuseppe non pensa male di Maria, la stima troppo. D'altra parte è incinta, e non di lui! Cosa pensare?

Prosegue il vangelo di Matteo: "Mentre stava pensando a queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito santo; essa darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù" (Mt 1,20-21). "Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, essa diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù" (Mt 1,22-25). Il dramma di Giuseppe si risolve in fede: accetta il mistero che si realizza in Maria, che è opera di Dio e non sua, e volentieri ne diviene il custode.

Avviene così una fecondità causata direttamente da Dio stesso, principio di ogni vita. Lo spiega l'angelo a Maria che gli aveva obbiettato: - Come è possibile questo, senza aver rapporti con uomo? "L'angelo le rispose: Lo Spirito santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà santo sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figli, e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla sarà impossibile a Dio".

Elisabetta è l'ultima di quella serie di donne sterili rese feconde da Dio che nella Bibbia segnano la nascita di personaggi importanti: da Sara a Rebecca, a Rachele, alla madre di Sansone, ad Anna la madre del grande Samuele. Al vertice, quando non un uomo di Dio, ma Dio stesso deve incarnarsi, ecco la sorpresa di un suo intervento diretto straordinario a segnare quel concepimento. E' il senso della concezione verginale di Gesù: che questa è iniziativa e opera di Dio, che vi è qui il dito di Dio, puro dono suo, non capacità umana; per questo è una fecondità che va al di là della legge degli uomini. "Nulla è impossibile a Dio!".

2) MADRE DI DIO

Proprio questo vuol significare il fatto della concezione verginale ad opera dello Spirito santo: il figlio che nasce è seme divino, è Figlio di Dio, il Santo: "Dio l'onnipotente, lo chiamerà suo Figlio", "e sarà chiamato Emmanuele, cioè Dio con noi". Quel bambino figlio di Maria e non di Giuseppe, è figlio vero, diretto di Dio: - dice il testo - venuto da (ek) da Maria e da Spirito santo. Il Figlio di Dio è generato dall'eternità dal Padre: "Luce da luce, Dio vero da Dio vero, della stessa sostanza del Padre"; ora da Maria viene e si manifesta come uomo, prendendo da lei - sotto l'azione dello Spirito - carne e umanità visibile e vera: "Per noi uomini e per la nostra salvezza...si fece uomo". E' l'unica Persona del Verbo che diviene anche uomo. E' l'uomo-Dio. Maria è anche Madre di Dio: "Theotokos", come la definisce il Concilio di Efeso del 431.

Quel bambino che nasce a Betlemme è Dio in persona. Tutta la fede cattolica è incentrata su questo dato: che Gesù è Dio! Non un grande uomo soltanto o un grande profeta... ma Dio stesso. "Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Gesù lo ha dimostrato per tutta la vita con segni e miracoli e con la sua risurrezione. Vero uomo e vero Dio. Questo è il senso ultimo dell'Incarnazione: che il Dio invisibile si è reso visibile in un uomo, "in lui abita la pienezza della divinità in un modo fisico, visibile", dirà san Paolo (Col 2,9). E Gesù ne avrà chiara coscienza col dire: "Chi vede me vede il Padre".

L'intervento dello Spirito santo - lo Spirito creatore che aleggiava all'inizio della creazione del mondo - dice che siamo davanti ad una nuova creazione. Si tratta qui infatti di un secondo Adamo, capostipite ormai d'una nuova umanità, d'un nuovo regno, di cui il primogenito è proprio l'Unigenito del Padre che da Maria prende consanguineità con l'uomo per esserne il fratello maggiore.E' il succo di tutto il discorso sull'Incarnazione: "Dio si fa quello che siamo noi, perché noi diventiamo quello che è lui" (sant'Ireneo). Un mistero che assorbe nell'eterno il tempo, che sostanzia di divino il nostro profondo bisogno di totalità.

Di fronte a tanta iniziativa di Dio, l'uomo non ha che l'accoglienza trepidante e fedele: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". Il sì di Maria e la sua disponibilità ha fatto scattare l'opera dello Spirito santo per la presenza di Dio nella nostra carne; il sì della Chiesa e di ognuno di noi è condizione ancora oggi a che Dio possa rendersi presente e operante nella nostra storia. Si tratta del sì della fede, di quella verginità spirituale che si apre a Dio e diviene strumento dello Spirito per i suoi disegni di salvezza.

A Maria allora, primizia e modello d'ogni fecondità ecclesiale, eleviamo lo sguardo e la preghiera propria di questa sua festa:

O Vergine, Madre di Dio, anello di congiunzione tra l'anelito degli uomini e la risposta di Dio, offrendo al mondo visibilmente il Dio invisibile col dargli un corpo di carne: fa' della Chiesa e di ognuno di noi generatori di Dio.
Lo Spirito santo ti ha resa feconda della fecondità del divino, per una iniziativa gratuita ed esaltante del Signore che vuole ogni uomo partecipe della sua divinità: rendici desiderosi e orgogliosi di tale fecondità, disdegnando le banali fecondità terrene che generano labilità e insoddisfazione.
Nel tuo cuore con la fede, prima che nella carne, hai generato Dio, offrendoti come serva obbediente al tuo Signore per il suo grandioso disegno: forma in noi un cuore come il tuo, vigile e generoso alla Parola e alla vocazione che il battesimo ci ha dato per generare Dio nel nostro mondo di oggi.
Sempre come partecipazione della fecondità della Chiesa, con la tua protezione di Madre, a servizio del mondo, per il Regno di Dio. Amen.