Omelia (18-09-2011)
Gaetano Salvati
Come possiamo essere operai zelanti?

San Paolo, nella Lettera ai Filippesi, invita ciascuno a manifestare gratitudine per il dono di grazia ricevuto da Gesù e a non essere in nessun caso invidiosi della dolcezza di cui ci parla il Signore nella parabola. Il Maestro, infatti, sollecita il cristiano a perseverare nella fede, nella speranza e nella carità, per poter discernere, nelle azioni quotidiane, la benevolenza di Dio verso i peccatori.
Il padrone che esce all'alba "per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna" (Mt 20,1), è Dio che, incarnandosi e morendo in croce, convoca l'uomo, caduto nell'impotenza di raggiungere da solo la salvezza, a lavorare per il Suo regno, cioè a partecipare alla vita divina, alla piena comunione con Dio, fine ultimo del nostro essere cristiani. La sequenza giornaliera, alba - sera, è l'inizio e la fine del nostro viaggio sulla terra: chi ha aderito con tutto se stesso agli insegnamenti del Maestro, non importa se ha vissuto tutta la vita da cristiano modello o si è convertito prima di morire, sarà dato in premio la vita eterna, qui rappresentata da "un denaro" (v. 10). L'invidia dei lavoratori della prima ora, è l'insensibilità verso la missione che spetta ad ogni cristiano. Ciascuno di noi è impegnato, come il padrone, a chiamare degli operai per la vigna, cioè ad evangelizzare, per far gustare a ognuno il frutto della misericordia divina, il perdono, segno concreto dell?inizio della vita nuova in Cristo. Tale è la missione d'amore che Gesù ha voluto per la Sua Chiesa: essa, costituita esclusivamente sull'amore infinito del nostro Salvatore, che ha redento tutti gli uomini di qualsiasi razza, cultura, lingua, pensiero politico, e non sulla meritocrazia, per cui gioisce con il Suo Signore per ogni peccatore convertito, e loda la Sua magnanimità, è la comunità redenta aperta all'uomo, alle sue reali necessità, alla sua cosciente e incosciente necessità di Dio; per cui è indispensabile, obbligatorio, essere dei missionari solerti della Parola nel mondo.
Ma, in che modo possiamo essere dei divulgatori della novità del Vangelo, operai zelanti della vigna del Signore? Solo se coltiviamo il seme della fede, mediante la partecipazione ai sacramenti, saremo in grado di dedicare la nostra esistenza alla missione che Cristo ha iniziato con la sua risurrezione e con l'invio dello Spirito, e testimonieremo con la vita, il Vangelo della speranza contro l'angoscia e la depressione che attanaglia i cuori degli uomini; e saremo annunciatori della Buona Novella con l'amore (carità) verso tutti, espressione tangibile della presenza di Gesù in mezzo a noi. Amen.