Omelia (01-04-2011)
Movimento Apostolico - rito romano
Non sei lontano dal regno di Dio

Vi è una tentazione perenne che sempre serpeggia nel cuore dell'uomo e che spinge a separare l'amore di Dio da quello dell'uomo e l'amore dell'uomo da quello di Dio, oppure a identificare l'amore di Dio con quello dell'uomo e l'amore dell'uomo con quello di Dio. Dio e l'uomo sono persone distinte. Distinto dovrà essere l'amore per l'uno e per l?altro. Dio e l'uomo non sono persone uguali. Disuguale dovrà essere l'amore. L'amore per il Signore dovrà essere infinitamente diverso dall'amore per l'uomo. Dio è Creatore. L'uomo è creatura. A Dio si deve un amore di obbedienza. All'uomo un amore di servizio. Dio è la Legge di ogni amore. L'uomo è l'osservante di ogni Legge di amore.
Dio si ama con tutto il cuore. Il cuore dell'uomo deve essere indiviso. In esso non può abitare nessun altro Dio. L'idolatria è la negazione dell'amore vero, come la superstizione, la magia, lo spiritismo, la consultazione dei morti e degli indovini, come ogni altra realtà vera o presunta, reale o immaginaria dalla quale facciamo dipendere la nostra vita. Nel nostro cuor Dio vuole abitare da solo. Nessun'altra cosa vi deve stare.
Si ama con tutta l'anima. L'anima è di Dio. A Lui appartiene per intero. Non può essere data a nessuna creatura. Si ama Dio con tutta l'anima, se essa rimane sempre nella più grande santità. È nella santità se è nella più perfetta obbedienza alla Legge, ai Comandamenti, ai Precetti dati per la nostra elevazione spirituale.
Si ama con tutta la mente. La mente è il pensiero, che deve essere solo quello di Dio in noi. Un solo pensiero non di Dio ci esclude dal vero amore. Se il pensiero deve essere di Dio, a Dio lo si deve chiedere con preghiera insistente, quotidiana, perenne.
Si ama con tutta la forza. Per comprendere questa quarta qualità dell'amore, è sufficiente leggere questa frase del profeta Geremia: "Maledetto chi compie fiaccamente l'opera del Signore" (Ger 48,10). Ozio, pigrizia, accidia, incostanza, non perseveranza, vivacchiare, giocare, dilettantismo, occasionalità, momentaneità, pendolarismo, sono cose che non impegnano le tutte le nostre forze. Con queste cose non amiamo il Signore come si conviene.
Il prossimo va amato con un amore di servizio. Il servizio è duplice della giustizia e della carità. Con la giustizia gli diamo tutto ciò che è suo. Ciò che gli spetta mai potrà essergli tolto. È giusto che sia sempre in suo possesso. Con la carità gli diamo ciò che è nostro. Glielo diamo perché ne ha bisogno. Gli serve per vivere da uomo. Tutto ciò che eleva la sua umanità gli deve essere donato. Se ci fermiamo solo all'essenzialità, alla vita misera, di stenti, di certo non lo amiamo secondo il comandamento del Signore. Come vogliamo la nostra elevazione, così dobbiamo desiderare l'altrui.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, insegnaci il duplice amore: di giustizia e di carità. Angeli e Santi del Cielo, fate che il nostro amore sia sempre puro e santo.