Omelia (30-01-2011)
don Giovanni Berti
Sottosopra con le beatitudini

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C'è un film che mi ha molto appassionato recentemente, e che è in corsa per l'Oscar con diverse nomination. E' "Inception" di Christopher Nolan, che narra di un gruppo di persone che naviga da un sogno all'altro all'interno della mente umana. La trama è così complicata che non sto qui a raccontarla, ma mi interessa una scena molto singolare, che mi è venuta in mente e che mi sembra ben rappresentare il sentimento provato meditando questa pagina del vangelo.
In questa scena, il protagonista maschile porta la ragazza che vuole coinvolgere nell'avventura, all'interno di un sogno, ma lei non se ne accorge subito. Le fa capire che quello che la circonda non è reale, ma è appunto un sogno, quando la città con le sue strade e palazzi si ripiega su se stessa e tutto letteralmente si capovolge. Tutto quello che circonda assume una connotazione diversa e fantastica, e si impongono nuove regole che fanno apparire il mondo diverso e libero dalle vecchie regole di gravità e tempo.

Gesù porta sulla montagna i suoi discepoli. Li stacca per un momento dal solito scorrere del tempo e delle cose da fare. Su questo monte Gesù fa intravedere ai suoi discepoli un mondo rovesciato: è il mondo delle beatitudini, dove le regole sembrano davvero capovolgersi, e si inaugura un modo nuovo di relazionarsi con la realtà e le persone.
Gesù maestro non ha delle regole da dare, non ha in mente obblighi e sanzioni con cui minacciare chi non obbedisce.
Le beatitudini sono una pura proposta di vita, un progetto di un mondo nuovo che non si basa sul potere, sulla ricchezza e il successo, ma si fonda sulla povertà, la mitezza, la ricerca della giustizia, la pace...
L'unica cosa che viene richiesta è crederci, fidarsi. Se ci si fida, allora il sogno diventa reale, e il mondo delle beatitudini si sostituisce al nostro mondo che tante volte ci appare come un incubo, fatto di violenze, ingiustizie, guerre, arrivismo.
Ci siamo anche noi attorno a Gesù sulla montagna ad ascoltare queste parole così strane, ma se le ascoltiamo con il cuore, lo allargano all'infinito e ci fanno vedere quello che il nostro pessimismo non ci fa vedere.
La parola che ricorre come un ritornello insistente e quasi "magico" è beati... beati...beati.
È la promessa di una felicità profonda che è il vero motore del bene. Una morale fondata unicamente sul "devi...devi...devi", alla fin fine non produce che tristezza e cattiveria. Quello che realmente ci muove a fare il bene è la promessa di esser felici e di trovare felicità in quel che facciamo, anche se ci costa.
Gesù lo sa bene e per questo insiste molte volte promettere la felicità profonda ed eterna a coloro che si affidano a lui, anche se passa attraverso la sofferenza o addirittura la morte.

C'è la Chiesa attorno a Gesù su quel monte, e dietro la Chiesa ci sono le folle che Gesù vede allora come oggi. Gesù, vedendo le folle che hanno bisogno di una parola nuova e di un mondo nuovo, raduna i discepoli per insegnare loro la via delle beatitudini, in modo che poi i discepoli stessi scendano dal monte per testimoniare a tutti gli altri il sogno di Gesù. La Chiesa ha questo compito nel mondo di oggi. E' il nostro compito di cristiani! E non possiamo ascoltare queste parole di Gesù e poi continuare a usare le regole del mondo per fare la Chiesa.Non possiamo usare lo stile del mondo per cambiare il mondo, cioè continuare a usare la violenza verbale, la sicurezza della ricchezza, la forza del potere.
Crediamo invece a queste parole di Gesù! Diffondiamo nel mondo che ci circonda lo stile delle beatitudini, che parlano di Dio che vuole entrare in noi e donarci la terra, ci consola, ci sazia di giustizia e pace, e ci chiama realmente suoi figli.
E' vero, è difficile crederci fino in fondo, queste parole sembrano un sogno passeggero che dura, forse, la durata di una messa domenicale. Ma le parole di Gesù sono sempre li, fissate per sempre sul Vangelo. E molti ci hanno davvero creduto, rovesciando definitivamente la propria vita su queste parole.
Possiamo farlo anche noi. E possiamo farlo anche per il mondo.


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