Omelia (04-12-2010)
Monaci Benedettini Silvestrini
I benefici di Dio verso il suo popolo

Il brano che oggi viene proposto alla nostra considerazione è generosa offerta di perdono da parte di Dio. Sentiremo allora parola confortevoli. Popolo di Sion che abiti in Gerusalemme, "tu non dovrai più piangere". Insieme a tanti beni della terra, ti sarà dato il pane dell'afflizione e l'acqua della tribolazione, è vero, ma anche la gioia di conoscere il tuo maestro che ti indicherà la strada per la quale devi camminare. Chi è questo maestro che ci indica la via gradita a Dio? La risposta possiamo trovarla nel brano del vangelo di Matteo. Nell'Antico Testamento Dio istruiva il popolo mediante i profeti, nella nuova alleanza sarà lo stesso il Figlio di Dio fatto uomo, Gesù nostro Salvatore che si metterà in cammino "per città e villaggi, per insegnare nelle sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e curando ogni malattia". La sua compassione si manifesta verso le folle stanche e sfinite. Invia allora i suoi discepoli a "predicare che il regno dei cieli è vicino, a guarire gli infermi, a risuscitare i morti, sanare i lebbrosi e scacciare i demoni". Folle stanche e sfinite le avremo fino alla fine del mondo. Oggi maggiormente stanche perché, nonostante il benessere, almeno nel nostro mondo occidentale, il nostro popolo ha smarrito i valori spirituali e a volte anche quelli umani. Incontriamo così sulla nostra strada giovani tristi, indecisi, immaturi, eterni bambini, cresciuti nel benessere, ma non preparati alla vita. Hanno bisogno di riempire il vuoto dell'animo con il chiasso della discoteca, con le stranezze della moda, con le stravaganze delle scelte... per togliersi di dosso la noia. Sono certo che il Signore Gesù ha tanta compassione di noi, della nostra gente. Allora mandò i discepoli a portare conforto. Oggi il Papa, i vescovi, i sacerdoti e laici impegnati sono alla ricerca di poter entrare nell'animo di ogni uomo smarrito per portare la speranza che trae il suo inizio proprio dalla culla di Betlemme. Voglia il cielo che tutti i nostri fratelli, tormentati dalla sofferenza e dallo sconforto, ritrovino la speranza nella Parola per eccellenza, fatta carne, che è Cristo Gesù.