Omelia (02-12-2010)

Monaci Benedettini Silvestrini

Fede e opere

La fiducia piena nei piani meravigliosi di Dio apre il cuore e la lingua al canto di vittoria. E' quanto ci propone Isaia nella prima lettura. Un duro contrasto contrassegna questo brano, del resto non insolito: Dinanzi alla citt� forte, situata sulla roccia, ci viene mostrata la devastazione di una citt� che sembrava intramontabile, l'orgogliosa Babilonia, rasa al suolo calpestata, dai piedi di quanti essa teneva oppressi e ridotti in povert�. Ancora una volta viene dimostrata la verit� della inconsistenza delle realt� umane se non sono fondate in Dio, l'unico eterno. Ogni impero o personaggio giunto al potere tirannico nella sua prepotenza e tracotanza dava e d� l'impressione di essere eterno. Ma si sa che ogni realt� umana vive la sua parabola di ascesa e di declino. Tanto che si pu� esclamare con la scrittura, con animo quasi incredulo ed ammirato: Come mai anche tu sei caduto, tu che credevi di scalare il cielo? Non sarebbe inopportuno richiamare qualche vicenda dei nostri tempi a livello mondiale, come a livello nazionale o personale. L'uomo come tutte le realt� umane, dovrebbero imparare a vivere la propria caducit�, precariet� e relativit�. Il brano del vangelo ci richiama a esprimere la propria fede non tanto con la bocca, quanto con la vita vissuta nella fedelt� alla parola di Dio. Solo chi compie la volont� del Signore potr� raggiungere il regno di Dio. Non basta dire: "Signore, Signore" ma occorre far seguire le opere. Nelle parole del Signore ci � concesso di scoprire la causa di tanti fallimenti nella vita individuale, familiare, di gruppi ecclesiali. La casa costruita sulla sabbia, vale a dire sui soli valori umani, non ha consistenza, non riesce a superare le difficolt� che dovr� affrontare. Chi manca di fede nelle realt� dello spirito, si trova indifeso dinanzi alle tante situazioni che la societ� crea senza fornire, i mezzi per viverle e superarle... Che dire poi delle difficolt� della vita di coppia, del pericolo che ciascuno corre di lasciarsi dominare dall'egoismo e di pretendere di usare l'altro/a da dominatore anzich� accoglierlo/la come compagno/a di vita, nella parit� di diritti e di doveri? Chiediamo oggi perch� possiamo essere utili gli uni per gli altri, anzi di saper portare i pesi gli uni degli altri e aiutarsi reciprocamente nella via del Signore, nella gioiosa attesa del Suo giorno.