Omelia (01-12-2010)
Movimento Apostolico - rito romano
Sento compassione per la folla

Non c'è vera celebrazione del Natale, se tutti gli "Attori" visibili che partecipano alla realizzazione storica, o attualizzazione del mistero della nascita di Cristo Gesù, non si rivestono della stessa motivazione per la quale Gesù è venuto sulla terra ed ha voluto nascere in mezzo a noi, facendosi vero uomo e porre la sua dimora tra i figli dell'uomo.
Se invece noi rimaniamo "Attori" visibili neutri di questo evento, allora il Natale sarà solo una celebrazione, mai diverrà una vera attualizzazione del mistero. Mai l'evento si trasformerà in nostra vita e nostra storia. Mancano gli "Attori!" visibili chiamati a dare questa consistenza di nuova e perenne vita a Cristo Gesù che nasce.
Il mistero del Natale manifesta l'eterna compassione di Dio che si fa compassione di Cristo Gesù. È però una compassione singolare, unica, speciale quella di Gesù. È una compassione non per dono di qualche cosa, di un pezzo di pane, un vestito, un aiuto in denaro, un perdono, una qualsiasi altra grazia, ma rimanendo sempre noi, noi; gli altri, gli altri. Se riuscissimo a fare questo, già il Natale sarebbe un grande vento di vita e di rinnovamento. Oggi per un pranzo offerto a Natale a dei poveri si disturbano tutti i mezzi della comunicazione sociale. Ma poi il povero continua ad essere povero ed il ricco persevera nella sua ricchezza. È questo un modo non autenticamente evangelico di comprendere, vivere, celebrare il Santo Natale.
La compassione di Gesù è prima di tutto incarnazione. Lui che è Dio si fa uomo. Assume la nostra natura umana, diviene parte di noi. Si fa noi, uno di noi, uno come noi. Di noi assume povertà, miseria, malattia, dolore. Di noi prende ogni nostro peccato, ogni nostra colpa. Di noi si prende la maledizione che gravava sulle nostre spalle. Si fa maledetto per noi e per la nostra maledizione si lascia appendere al palo. Per questa comunione il nostro peccato è cancellato, la nostra colpa rimessa. Ma non è solo questa la sua comunione.
La comunione di Cristo Gesù va ben oltre, infinitamente oltre, perché si fa comunione divina ed eterna. Non ci lascia nella nostra povera e misera umanità, anche se purificata dal peccato. Ci eleva alla sua stessa dignità. Ci fa figli adottivi del Padre. Ci dona il suo Santo Spirito. Ci fa creature nuove. Ci risuscita ad una nuova vita. Ci rende partecipi della natura divina. Ci dona in eredità la vita eterna. Ci sa semplicemente "Dèi". È questa la nostra parte di "Attori" visibili che dobbiamo vivere: incarnarci nella povertà di peccato del mondo, espiarla, liberare l'uomo da essa, donargli una nuova dignità. Non facendo questo attraverso i magnifici riti, bensì attraverso la nostra vita. Il Natale è mistero di incarnazione di Cristo in Cristo, incarnazione nostra, in ogni uomo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, fateci di vera compassione.