Omelia (29-11-2010)
Movimento Apostolico - rito romano
Gli venne incontro un centurione che lo scongiurava

La Chiesa, vera Maestra nella formazione dei cuori alla fede più pura, autentica, sana, vuole che iniziamo il nostro cammino di Avvento meditando e riflettendo su un pagano, un centurione romano, che si reca da Gesù e chiede la guarigione di un suo servo.
Quest'uomo non chiede nulla per sé e neanche per i suoi figli. Ha un servo gravemente ammalato. Per questo servo lui si preoccupa. Si dà pensiero. Vive la malattia come fosse sua. Non si dona pace. Corre da Gesù. Chiede il miracolo.
Quest'uomo ha nel cuore un amore grande, immenso, sconfinato. Il suo è un amore che non si arrende. Non si dona per vinto. Non si lascia sconfiggere. Quest'uomo è anche un acuto osservato. È intelligente, sapiente, accorto. Ha un occhio che sa scrutare e una mente che sa leggere.
Quest'uomo è profondamente umile. Lui vive di gerarchie. Sa chi sta sopra e chi sta in basso. Sa chi comanda e chi obbedisce. Conosce ogni cosa della vita militare. La sua grande esperienza ed intelligenza gli fa vedere Gesù come il supremo dei comandanti. Gesù è il Comandante universale. È il Comandante che ha potere sul visibile e sull'invisibile. A Lui basta una sola parola, un ordine, un comando e l'intera creazione è ai suoi pedi, ascolta la sua voce, compie ogni obbedienza.
Offrendoci questo brano da meditare come inizio del nostro cammino spirituale di preparazione al Santo Natale, la Chiesa intende mostrarci alcune verità essenziali, fondamentali, per la nostra vita di fede. Dio è il nostro creatore. Gesù è il nostro Signore. Noi siamo suoi servi. Siamo paralizzati nell'anima. Soffriamo terribilmente a causa del peccato che atrofizza la nostra vita e la rende infruttuosa nella sua crescita spirituale. La venuta di Gesù nella nostra carne deve rivelarci quanto è grande l'amore di Dio per noi, suoi servi. Per il servo Dio dona il Figlio. Per il servo Egli impegna tutto il suo amore. Per l'uomo Dio si fa uomo e assume su di sé ogni nostro peccato, ogni nostra colpa, la espia al fine di darci la guarigione.
Noi uomini non siamo servi, siamo fratelli gli uni degli altri. Siamo terribilmente sofferenti, ma ci ignoriamo gli uni gli altri. Non abbiamo compassione, amore, carità, desiderio di guarigione. Il centurione è figura di Dio, di Cristo Gesù. Se noi non imitiamo Dio, Cristo Gesù, a che serve la celebrazione del Santo Natale? Ma come si imita Dio e Cristo Gesù? In un solo modo: prendendo seriamente a cuore, come Dio, come Cristo Gesù, la sofferenza, la malattia spirituale, la povertà morale degli altri. Noi amiamo, se otteniamo la guarigione. Noi siamo gli strumenti perché il mondo guarisca.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, donaci una fede convinta e un amore infinito. Angeli e Santi di Dio, rendeteci veri strumenti di salvezza dei nostri fratelli.