Omelia (08-11-2010)
Monaci Benedettini Silvestrini
Gli scandali, la fede e il perdono

Tutto ciò che è peccato, il male in tutte le sue esterne manifestazioni, costituisce motivo di scandalo. Poiché queste tristi esperienze fanno parte della nostra vita quotidiana, anche il giusto pecca sette volte al giorno, gli scandali, lo afferma lo stesso Gesù, sono in una certa misura inevitabili. Guai però a chi si rende responsabile di questo terribile male. È come un seme malefico che viene gettato nel terreno insieme al seme buono. Nascerà la gramigna con il rischio di soffocare il grano buono. Gesù scandisce una dura sentenza contro l'autore dello scandalo: «È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli». Assume quindi una particolare gravità lo scandalo quando a soffrirne sono i più piccoli, coloro che per la loro tenera età o per la debolezza del loro spirito non sono in grado di difendersi. Ai nostri giorni i nuovi e potenti mezzi di comunicazione sociale, offrono delle magnifiche opportunità, ma allo stesso tempo possono essere usati e purtroppo spesso lo sono, per diffondere il male, adescare i più deboli, infangare l'innocenza dei bambini. Non si contano più le povere vittime della pornografia, della pedofilia e delle mille sozzure che impiastrano di male il nostro mondo. È più che mai urgente creare della solide barriere di difesa da questi luridi assalti. Bisogna formare le coscienze e mettere in atto le migliori regole di prudenza. La correzione fraterna, che è il secondo argomento del vangelo odierno, nasce ancora dalla prudenza e dalla carità. Ammonire nel modo giusto spesso può significare guadagnare a Dio un fratello, lo afferma lo stesso Gesù: «Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello». Il tutto deve poi sgorgare dalla fede, quella meravigliosa virtù teologale che ci apre al cielo e ci immerge in Dio. È un dono gratuito, ma possiamo e dobbiamo accrescerlo ed alimentarlo con la preghiera e con le opere. La fede ci consente di recuperare la vista dell'anima, molto annebbiata dal peccato iniziale e da quelli attuali che ancora ci insidiano.